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Intervista a Paolino Lambertenghi e Antonio Bari
Data pubblicazione: 10/01/2008
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Una lunga chiacchierata con i vincitori della Ranking List 2007. 

Quando avete iniziato ad andare in Snipe? Prima dello Snipe avete regatato in altre classi?

PAOLO: Ho iniziato con la vela sull'Optimist nel '77. Negli anni '80 in Laser ho vinto varie prove ai Campionati Italiani e con un secondo alla nazionale di Salo' nell'87. Ho fatto qualche regata con Antonio e l'Italiano juniores a Rosignano con Tommaso Freddi (che aveva vinto l'italiano 83 con Antonio). Negli anni '90 sono andato sul J24 sia al timone che in pozzetto,con un quinto al Campionato Italiano '91, All’Italiano J24 del 96, con Rufo Bressani al timone, eravamo primi dopo tre prove, fino all’affondamento. Inoltre un Trofeo Gorla vinto alla tattica e un secondo al timone, un’apparizione a prua del 470 di Vascotto all'Intervela '93 al terzo posto. Nel '98 ho partecipato al Campionato Italiano Snipe a Riva del Garda.

ANTONIO: ho iniziato nel ‘76, nel ‘77 le prime regate sullo Snipe a prua di Dematté fino all'82, quando ho preso in mano il timone dello snipe. Negli anni ‘90 un paio di stagioni al timone del J24 a livello zonale (un 2° in campionato zonale dietro Albarelli e un 3° e un 6° alla Centomiglia, con 25 J24).

Potete elencarmi i vostri più bei risultati in Snipe?

PAOLO: La vittoria nella RL del 2002, un terzo, due quarti e un quinto posto all'Italiano, la vittoria nella Nazionale di Rosignano 2002,di Bracciano del 2003,Il terzo di prova all'Europeo 2006 di Pori con il Segretario europeo Longhi,e il Campionato Spagnolo 2004 a Palma de Majorca con Paolo Tomsic, come prodiere, la RL di quest'anno, il secondo posto di Scarlino, il terzo di Riva e Pescara, il sesto all'Italiano quest'anno come timoniere.

ANTONIO: In trent'anni...di sicuro l'8° posto all'europeo 92, poi due titoli Italiani, otto secondi posti, qualche terzo...ce ne sarebbero tanti altri.

Quando avete iniziato a regatare insieme?

PAOLO: Nell' 86 a Chioggia la prima regata, poi nel 98 a Riva per l'Italiano. Ricominciato (sempre e solo con Antonio) nel 2002, vincendo la R.L.

Il più bel ricordo di una regata in Snipe?

PAOLO: L'emozione della terza prova all'italiano di quest'anno, dopo una lotta agguerritissima con altre 4 barche fino alla linea d'arrivo, con continui ingaggi e cambi di posizione, resterà indimenticabile. Prova vinta da Enrico Michel e Sarah.

ANTONIO: Il più bello in assoluto la vittoria dell'ultima prova all'europeo 92, una regata perfetta, da manuale, me la ricordo ancora metro per metro. Ma ci sono tanti altri ricordi che non sono legati solo al risultato, ma alle situazioni, alle persone, alle amicizie.

Potete spiegare il vostro "sistema" di rotazione annuale dei ruoli?

PAOLO: E' stato nel 2004 che abbiamo preso la decisione di prendere una barca insieme e alternarci nei ruoli, ma abbiamo potuto iniziare a navigare solo alla fine del 2006.

ANTONIO: E’ molto semplice, ognuno fa il timoniere per un ciclo completo europeo/mondiale.

Pregi e difetti di Paolino e di Antonio

PAOLO: Io e Antonio siamo abbastanza equilibrati: Tony, tecnico, calcolatore e, con la sua lunga esperienza, accorto nelle regolazioni. Io più istintivo, spero di migliorare nelle andature portanti con poco vento e affinare la sensibilità, senza aver bisogno di muovermi...

ANTONIO: Paolo è un Dottor Jekill/Mr Hide: sopra i 6 metri gli viene tutto facile, conduzione e tattica; sotto fa fatica a sentire la barca ed ogni tanto ci scappa qualche errore. Io penso ancora di essere al timone e troppo spesso non sono d'aiuto come servirebbe. Abbiamo comunque due modi differenti di vedere la regata e quando riusciamo ad incastrare bene le due visuali i risultati vengono.

Per l'anno appena concluso avete vinto la Coppa Duca di Genova. Qual è stato il principale fattore che ha portato a questa vittoria?

ANTONIO: Un lento ma costante miglioramento nella centratura, nella conduzione, nelle manovre, nei ruoli a bordo. Lo scorso anno a Trieste, nelle due regate con poco vento, abbiamo fatto 30 e 40, quest'anno a Gaeta 8 e 15 e credo che questo spieghi i progressi che abbiamo fatto. Con vento forte non ci sono mai stati problemi, c'è ancora da lavorare sulle scelte tattiche che a volte non sono coerenti e sugli OCS...

Parlateci della stagione passata di regate?

PAOLO: La passata stagione è partita male, alla prima nazionale di Rimini, ma speravamo in una ancora possibile qualificazione per il Campionato Mondiale. Alla nazionale di Riva pero' un Giampiero Poggi superlativo ha dominato la regata e un ottimo Carlo DePaoli ci lasciano al terzo posto. Abbiamo avuto la notizia della qualificazione al mondiale solo dopo alcuni giorni e lunghi calcoli... A Gaeta il Campionato Italiano è stato tutto sommato positivo per la competitività; resta l'amaro in bocca per aver buttato il podio all'ultima prova con un OCS, scoperto a terra, dopo averla vinta.

ANTONIO: E’ stata una stagione in crescendo, iniziata a Rimini con le pecche mostrate l'anno precedente e proseguita con miglioramenti di regata in regata. Il primo posto nella RL è stato inaspettato, forse ci sarebbe qualcosa da cambiare, perché non è possibile sapere solo dopo giorni e dopo calcoli bizantini chi si qualifica e chi vince la Duca di Genova; l'Italiano mi ha lasciato molto deluso per l'OCS e per una gran quantità di punti regalati agli avversari nel corso della regata, che a mio avviso era alla nostra portata; comunque dal 18° posto dello scorso siamo passati al 6° di quest'anno e il miglioramento è stato notevole. Del mondiale non voglio parlare, la mia idea l'ho già espressa al Comitato di Regata e, dal punto di vista della regata, era il mio ottavo mondiale e così male non sono mai andato. Riguardo a Riva ne ha già parlato Paolo e Scarlino è stata una sorpresa. Per figurare bene in RL avremmo dovuto fare meglio del terzo di Pescara del 2006 e non ci speravamo proprio. Peccato che Solerio sia capitato lì e ci abbia dato la solita lezione di vela facendoci capire che di strada ce n'è ancora tanta da fare.

Come e dove vi siete allenati?

PAOLO: abbiamo la fortuna di poterci allenare sul Garda con l'aiuto prezioso di Martin Flores già mio allenatore nell'87 con il Laser. E' stato sempre divertente allenarsi anche perchè da marzo alla fine di luglio l'aria e' sempre stata sostenuta.

Parlaci di Martin Flores

ANTONIO: Ci siamo conosciuti nell' 85 a Buenos Aires, al Mondiale Snipe. Lui era già un allenatore con un notevole curriculum alle spalle. Nell' 86 è venuto in Italia per fare un corso al CPO di Livorno sull'Optimist e non è più tornato in Argentina. Credo che sia uno dei tecnici più competenti, e per di più su molte classi diverse, che girano in Italia. In un paese come il nostro in cui le metodologie e le tecniche di allenamento sono indietro di alcuni lustri rispetto gli altri sport, lui adotta un sistema molto più moderno. Non "addestra" le persone, le guida piano piano ad interiorizzare i concetti che poi possono essere usati in regata in molte situazioni diverse.

Come vedi lo Snipe in Italia ed all'estero?

PAOLO: Al Campionato Mondiale eravamo presenti a Porto 5 giorni prima delle regate, per prepararci alle famose onde oceaniche di 6 metri. La squadra italiana era purtroppo pronta solo per condizioni di mare e vento sostenuto e già siamo partiti male ... Sono state effettuate 3 prove ai limiti del poco vento... di sicuro ho abbassato il limite di vento leggero per poter navigare ... Resta la grande delusione di non aver provato la nostra velocità e capacità né prima, né durante la regata. Purtroppo passeranno 4 anni prima che, previa qualificazione, possa timonare ad un Mondiale. Oltre al danno la beffa, magari Fabio e Daniela Rocket, con quelle condizioni, avrebbero potuto tenere più alti i nostri colori.

ANTONIO: A livello mondiale la diffusione dello Snipe è buona, ci sono come al solito alti e bassi, ma sono riferiti alle situazioni locali. In Sudamerica è forte perché è l'unica barca dopo l'Optimist che sia abbordabile e quindi il livello dei regatanti è elevato, negli USA, dopo un periodo di stasi, sta crescendo nuovamente e naturalmente il livello è sempre alto; in Giappone, malgrado non sia più la barca usata nelle università, rimane molto popolare, in Europa ci sono alcune nazioni in crescita, altre in calo (la Danimarca sta scomparendo, ad esempio). Poi c'è il Belgio, che accomuno all'Uruguay: nazioni piccole, con pochi regatanti, ma tutti bravi; e lo zoccolo duro di Spagna, Norvegia e Italia, che da anni hanno un buon numero di barche e sempre costante. Anche se il livello è diverso... Da noi il ricambio viene solo da regatanti di una certa età che passano sullo snipe da altre classi o che riprendono dopo anni di inattività per motivi di lavoro o familiari. Mancano i giovani, perché la politica federale ha una certa impostazione e, siccome il serbatoio è piccolo, quelli che proseguono dopo l'Optimist vanno in altre direzioni. Inutile farsi illusioni, a mio avviso si deve sfruttare al meglio quello che c'è. Lo snipe attira, perché c'è un bell'ambiente, l'impegno non è stressante, anche facendo poco allenamento si riesce a a regatare divertendosi. Se però si vogliono i risultati, soprattutto nelle regate internazionali, si deve lavorare sodo.

Programmi per il prossimo anno? Chi a prua, chi al timone?

ANTONIO: Per ora si prosegue con Paolo al timone, l'obiettivo è la qualificazione agli europei delle Canarie. Io poi vorrei fare i Mondiali Master al timone, anche se due impegni del genere in un anno sono molto onerosi. Per San Diego si vedrà.


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