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Data pubblicazione: 03/09/2011
Ho fatto il mio primo campionato snipe nel 1977. Avevo 18 anni. Monfalcone mi sembrava un posto lontano. Ricordo un campionato splendido, vento, onde, fatica, planate, boline lunghissime, interminabili. Lo vinsero, e come poteva essere diversamente, Sergio Morin e Sergio Michel. Imprendibili con vento forte, tanto più sul campo di regata di casa. C'erano 36 snipe. Mi parevano tanti. Il 470 era appena diventato olimpico e il conseguente boom aveva penalizzato tutte le barche simili.
Sono passati quasi 35 anni e sono ancora qui, a Muggia, pochi chilometri di distanza. In questi anni la classe è più che raddoppiata, ma siamo in 38. Pochi, si dice, ed è vero. Il Campionato, la regata che tradizionalmente ha il maggior potere aggregante, a cui in anni recenti hanno partecipato anche 60 barche, è stata clamorosamente snobbata, superata, se non surclassata, da tutte le regate nazionali disputate nell'anno in Italia.
Alcune settimane fa ho commentato le opinioni di Pietro Fantoni sulla trasferta degli italiani al mondiale sostenendo che se in Italia, in cui è presente la quarta flotta snipe del mondo, non si riescono a fare regate numerose forse c'è qualcosa di sbagliato nella stesura del calendario. In un suo recente post , Ivo Gattulli ha centrato in pieno il problema sostenendo che, forse, il calendario dovrebbe essere deciso da chi fa le regate e non da chi legge le classifiche sul sito della classe (sinonimo un po' romanzato delle parole di Ivo). Alberto Perdisa, nel suo commento pubblicato su snipe.it ha a sua volta sollevato alcuni dubbi su certe decisioni dell'assemblea di classe, ma giustamente, dato il suo ruolo, ha evidenziato i lati positivi della manifestazione, che sono stati tanti. Entrambe le posizioni sono a mio avviso ampiamente condivisibili. A differenza di Alberto io però, per forma mentis, sono portato più a vedere il bicchiere mezzo vuoto, perché credo che solo in questo modo si possano scoprire gli errori e cercare di correggerli.
L'errore fondamentale è che ormai le assemblee di classe si sono trasformate in una enorme kermesse per definire cinque manifestazioni in un anno. Quasi trenta capitani di flotta che discutono e votano per ore le località che dovranno ospitare le Duca di Genova e il Campionato. Votazioni su votazioni, eliminatorie e ballottaggi. Trenta persone che senza un obiettivo, una linea guida, un "cosa c'è stato prima?" o un "cosa ci sarà dopo?", senza una qualsiasi programmazione votano, votano e rivotano per selezionare quasi sempre le stesse località, secondo un tran tran che ormai si ripete da anni e che, purtroppo, si dimostra sempre più logoro.
Nel 1980 o giù di lì si è scoperto che a fine agosto i campionati raccoglievano il maggior numero di iscritti. E così da trent'anni il campionato si disputa a fine agosto. Ma sono passati trent'anni e molte cose sono cambiate nelle abitudini, nelle possibilità e nel tempo libero degli italiani. Quindici anni fa fu varata la ranking List. Grande idea, ma se nei primi tempi qualche regola per l'assegnazione delle regate esisteva e veniva rispettata, ora la RL, con la sua rigida formula, è diventata una ulteriore gabbia che condiziona oltremodo tutto il calendario della classe. Al punto che i capitani discutono per ore e votano e rivotano solo per riempire dei segnaposto, tanto non si può fare altro che mettere cinque regate in sei mesi, non è che la fantasia possa correre più di tanto. Un lavoro che potrebbe essere fatto da una sola persona o, tutt'al più, per garantire la pluralità, da un piccolo gruppo di persone, sollevando i capitani da un'incombenza che, secondo me, non gradiscono poi tanto, se pensiamo che sono recentemente stati scippati del loro diritto di esprimersi sulla località che avrebbe dovuto ospitare il campionato europeo e non se ne sono neanche accorti. Dessimo la stesura del calendario nazionale in mano, butto lì un'ipotesi, al comitato per la RL ce la caveremmo in mezz'ora e i capitani avrebbero finalmente il tempo per fare quello che sarebbe il loro compito, e cioè quello di indirizzo della politica e dell'attività della classe, stabilendo ambiti di intervento, priorità, modo di gestione, linee guida che il segretario dovrebbe seguire. Cosa che non fanno da anni e che il nuovo segretario nazionale, che verrà eletto a fine anno, dovrà affrontare.
Antonio Bari


