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Data pubblicazione: 16/09/2009
L'opinione di Antonio Bari sulle scelte della classe.
Ho letto sul sito della classe l'interessante resoconto del nostro Segretario sul Campionato Italiano di Vada e, devo essere sincero, sono stato contento di come sono andate le cose. Non che ne fossi completamente all'oscuro (avevo scelto di privilegiare le vacanze piuttosto che le regate, ma comunque nel mio peregrinare per gli Stati Uniti ero tutti i giorni in contatto con Paolino che mi ragguagliava sugli eventi), ma le informazioni che avevo (anche da altri regatanti) non erano tutte così idilliache.
In ogni modo le presenze hanno dato ragione ai capitani di flotta che, all'assemblea, avevano deciso di privilegiare, nella scelta della località e della data, il lato “vacanziero” della manifestazione.
E se da un lato è vero che avere numeri alti è una bella presentazione per la classe, dall'altro è anche vero che per averli abbiamo due possibilità: o si fanno regate solamente in posti con flotte molto grosse che rappresentano una certezza di partecipazione o si scelgono luoghi che possano attirare le famiglie. Esiste a dire il vero un'altra possibilità, la “formula Piada”, ma temo che siano ben pochi i Circoli in Italia in grado di applicarla alle proprie regate.
La strada che sta intraprendendo la classe sotto la spinta dei capitani, che naturalmente cercano di tutelare i propri “flottari”, è assolutamente legittima e di sicuro successo, almeno sul breve periodo, ma una nazione non è soltanto quello che sa fare al proprio interno, è anche quello che presenta al di fuori dei propri confini. Per fare un semplice esempio, sono arrivato a San Diego l'ultimo giorno dei Campionati Mondiali Juniores, e tutti mi hanno chiesto perché non ci fosse nessun italiano in regata. Io non ho potuto che rispondere che i giovani italiani erano impegnati nello stesso tempo nel campionato nazionale e, devo dire, nessuno dei miei interlocutori ha capito perché mai sia successa una sovrapposizione del genere.
Ma non è tutto. Noi da anni selezioniamo i nostri rappresentanti alle manifestazioni internazionali su una serie di regate molto impegnative, a cavallo di due stagioni, sapendo quando iniziano, ma non sapendo quando e come finiscono. Nel senso che all'inizio del ciclo di regate di selezione si conoscono le prime due tappe, ma non si sa quando e quali saranno quelle successive. In pratica una selezione “al buio”. Questo frena in qualche modo chi, magari con ambizioni di classifica, non può permettersi un impegno così ampio, o a nuovi equipaggi di avvicinarsi alla classe e portare nuova “verve”, idee diverse, motivazioni ed interessi diversi. Con questo sistema la classe acquista si equipaggi, la maggior parte dei quali sono però di livello medio-basso (con tutto il rispetto che porto per chiunque dedichi il suo tempo libero allo snipe) ed ostacola in qualche modo l'avvicinarsi di equipaggi con ambizioni, ma magari con meno tempo a disposizione. Perché? Per lo stesso motivo per cui le nostre regate di selezione fino all'anno scorso erano chiuse agli equipaggi stranieri, e cioè per preservare l'identità degli snipisti senza contaminazioni esterne. Ma dato che l'unico modo per crescere, anche se si è dei Torben Grael, è il confronto, perché chiudere le porte a chi magari è in grado di dare una sferzata di energia ad una classe che si sta lentamente addormentando sui propri allori e si autocelebra nei numeri altisonanti della partecipazione a qualche regata?
Perché non dare una svolta, finalmente, alle selezioni che da anni qualificano sempre gli stessi equipaggi che finiscono, come è successo sia a Porto che a San Diego, dopo il venticinquesimo posto? Perché non renderle più snelle e agevolare anche chi ha meno tempo a disposizione, o regata su altre classi?
Perché non iniziare con il renderle trasparenti, indicando fin dall'inizio tutte le regate che ne faranno parte, permettendo a tutti gli interessati di programmare la stagione con date e impegni certi?
Si obietterà che non è possibile, e allora a quel punto rendiamo le selezioni più agevoli. Mandiamo a rappresentarci il campione italiano e gli altri che si giochino, semplicemente, la selezione su tre regate della RL. Cercando, se possibile, di non mettere le regate di selezione esattamente in concomitanza con le maggiori regate europee come è stato quest'anno, per agevolare un proficuo scambio sia in entrata che in uscita e permettere a chi ha ambizioni internazionali di confrontarsi con i migliori equipaggi europei e, a chi ha solo il piacere di regatare per divertimento, di poter vedere all'opera anche i campioni delle altre nazioni.
Antonio Bari


