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Nazionale di Arco
Data pubblicazione: 29/09/2008

Arco, 29 settembre 2008. La classifica ed il commento di Andrea Piazza.

Pietrino, dopo averci soffiato il 3° per l’ultima prova, mi chiede un commento sulla regata di Arco. Che scrivere se non Solerio – Simonetti veramente grandi. Con 4 primi ed un secondo hanno dimostrato di essere un gradone sopra tutti. Solo Michel è riuscito, con fatica, a stargli davanti una prova. Noi abbiamo girato primi la prima boa della prima prova ma poi di lasco ci ha polverizzati anche se in bolina qualcosa sembrava riuscissimo a mangiare. Per il resto va notato come molti, troppi, snipisti quando c’è un po’ di vento vanno in crisi. Vero è che con vento anche sullo snipe serve un prodiere con forza e un po’ di allenamento. Con vento medio vanno veramente tutti ma con pochissima aria o con vento sopra i 7 metri molti crollano. L’alto garda non tradisce ed abbiamo fatto 5 belle prove anche se il bordo era un po’ obbligato specie le prime due.

La gioia di aver fatto una buona regata, sporcata solo dal 14° dell’ultima prova a causa di una rottura del circuito del tangone, è grande e così anziché descrivere la sventolata che abbiamo preso nei due giorni gardesani vi tedio con una storiella di due scoiattolini che dalla supernazionale di Riva dello scorso anno aspettavano questo momento.

   

Storia di due scoiattolini visti da Cip (perché Ciop, il + grosso, è Ale)

Soprannominati “scoiattolini” da Pignotti alla regata di Campione dell’anno scorso, nella stagione appena conclusa ne abbiamo combinate abbastanza ma per fortuna con pochi danni (a parte aver centrato un paio di volte Lambertenghi Bari disintegrando il dritto di prua).

Il nostro sodalizio comincia alla supernazionale di Riva della scorsa estate quando Ale (ai tempi noto come sir Bellotti) mi propone di fare la regata con lui. Sua figlia è troppo leggera ed i miei prodieri (Marta e Flavio) anche, così decidiamo di provare assieme con l’obiettivo di entrare nei 10. Siamo pesanti  ma col vento a Riva ci divertiamo un sacco e chiudiamo 11’. Siamo senza allenamento, scoordinati e finiamo distrutti ma gasati e sapendo che l’europeo 2008 sarà alle Canarie decidiamo di fare le regate di selezione assieme: si comincerà con Monfalcone ma prima facciamo anche Campione e Scarlino dove centriamo un paio di prove che ci danno coraggio.

I patti sono: arrivare alle Canarie poi si vedrà. Ale rinuncia per un anno a fare il timoniere ci mette barca, carrello e attrezzatura, io mi impegno a fare tutte le nazionali con lui mettendo a disposizione l’equipaggiamento logistico nomade di cui dispongo e da cui deriva il soprannome “Nadir” che proprio Lui mi affibbia (Scenic datata con impianto GPL, appartamento delle zie a Grado per Monfalcone, air camping per Bolsena e Pescara e roulotte per Arco). Sono anni che non regato fuori da Caldonazzo e sono molto arruginito ma potrei riprendermi ed Ale ci crede… io, in verità, molto meno. Il mercoledì, grazie ai fancazzisti, esco sempre per le regatine: è importante stare in barca. E così una regata dopo l’altra giochiamo in difesa trovando spesso condizioni sfavorevoli agli equipaggi pesanti ma puntando a migliorare l’affiatamento e le manovre… attendendo Arco. Finalmente ci faremo una regata col nostro vento. L’anno ci serve comunque per conoscerci e, per quanto possibile, sincronizzarci. All’inizio è una tragedia e spesso litighiamo selvaggiamente tanto che se il patto non fosse stato chiaro come l’obiettivo avremmo probabilmente mollato quasi subito. Vediamo la regata in modo molto diverso ed abbiamo il vizio, quando le cose vanno male, di darci la colpa l’un l’altro. Le manovre sono lente, gli errori tattici troppo frequenti, la visione della regata non collima quasi mai ma essere due teste pensanti in barca non è affatto male. Tuttora non siamo d’accordo se tirare o meno le sartie o dove posizionare il punto scotta del fiocco. Ma piano piano le cose migliorano e ad Arco siamo quasi al livello che non serve più parlarsi perché tutti e due sappiamo cosa fare. In questo anno Ale deve inghiottire innumerevoli rospi e sopporta stoicamente le enormi cazzate che faccio, tenta anche di farmi fare alcune manovre ma alla fine cede su tutto: si è rassegnato persino a lascare e cazzare la ghinda dopo aver provato a farmelo fare per mezza stagione mentre la base della randa non la laschiamo più per evitare di dimenticarci di cazzarla in bolina etc… Insomma ci siamo divisi “equamente” i compiti: io timono e lavoro di randa, lui fa tutto il resto, tattica compresa anche se a volte impongo qualche bordo originale o qualche partenza azzardata.

Ad Arco partiamo convinti di poter far bene e così è stato. Ad un anno dall’11° di Riva chiudiamo terzi a pari merito con Fantoni dietro Solerio e Michel ma davanti a Poggi che l’anno prima ci aveva massacrati. Adesso non resta che trovare il tempo per allenarsi un po’. Impressiona Solerio che è velocissimo in tutte le andature con ogni vento mentre con gli altri abbiamo l’impressione di potercela giocare. Dobbiamo ancora lavorare su centratura e manovre ma i margini di miglioramento sono, secondo me, ancora ampi. Di fatto Solerio - Simonetti sbagliano molto meno di noi e in lasco e poppa, con vento e onda, sono decisamente più veloci di tutti.

Andrea Piazza


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