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Considerazioni sull'Europeo
Data pubblicazione: 10/08/2006
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Siamo rientrati in Italia (quasi tutti, perché c’è ancora qualcuno che va a zonzo per il Nord Europa). Chi in aereo, cioè i più furbi (in genere i prodieri o chi ha noleggiato una barca in Finlandia); chi in furgone, cioè i più stupidi (in genere i timonieri che hanno deciso di portare la barca da casa). Il viaggio, se è stato interminabile all’andata, al ritorno, con la stanchezza, lo è stato ancor di più.

Ora, riposati, senza l’assillo di armare in fretta la barca per arrivare in tempo sul campo di regata, possiamo scrivere qualche riga sulla nostra trasferta, sulle regate degli altri, per quanto possibile, e sulle nostre, per quanto possa interessarvi.

 

I luoghi

Pori non è Helsinki, ma non è nemmeno Turku. A dirla tutta noi non eravamo neppure a Pori, ma a Mantyluoto, anzi eravamo tra Kallo (il circolo) e Ytteri (il camping e l’albergo). Per farvi capire bene non eravamo nella capitale dove c’è vita, non eravamo neppure in una città vivace (Turku), né in una cittadina sonnolenta (Pori), ma ... a 20 km da quest’ultima, a 160 km da Turku e 260 da Helsinki, lontano da tutto, in un posto molto tranquillo ed isolato.

La scarsa densità della popolazione garantisce peraltro che la natura sia incontaminata. Rari villaggi composti dalle caratteristiche casette in legno dipinte di rosso intervallati da boschi di conifere, betulle o laghi. Tutto qui? Tutto qui.

“It’s good for swimming” ci dissero a Lorient quando presentarono il Campionato. In effetti, durante il giorno di riposo, abbiamo fatto il bagno nel Golfo di Botnia ... per circa 45 secondi decimo più, decimo meno. Se l’acqua era molto fredda, la spiaggia era bellissima: una baia ampia con sabbia finissima, racchiusa da boschi di conifere, sullo sfondo isole e isolotti, tranquillità assoluta. Siamo ben lontani dal continuo frastuono di fondo delle nostre spiagge.

Jacopo ed io alloggiavamo a Ytteri in un cottage con il Team Piada (la vera scoperta di questi Europei) cioè con Giovanni Stella, Andrea Minardi, Alberto Perdisa, Giampiero Joime. Il Team Piada è stato il fulcro della nostra squadra. Tutto gravitava attorno al nostro cottage, spesso visitato da Italiani e stranieri e, in particolare, dal “belga” Galeotti che, in realtà, è reggiano, quindi corregionale del Team Piada.

A circa 7 chilometri dal camping il circolo BSF a Kallo, che noi raggiungevamo in bici. Il tragitto (parzialmente offroad) tra boschi, dune, e un campo da golf, veniva da noi percorso sempre troppo in fretta. All’andata il riscaldamento si trasformava sempre in un cronoprologo; al ritorno dalle regate ... altra crono con Jacopo che spingeva, magari dopo una regata passata a cinghiare duramente, il massimo rapporto con RPM assai lontane da quelle consigliate per un giro defatigante e più vicine a quelle di un Jan Ullrich un po’ legnoso.

 

Il circolo, composto da alcune piccole casette di legno, è posto su un promontorio e si affaccia da un lato su un porto commerciale, dall’altro sul Golfo di Botnia. Qui, durante i bui mesi invernali l’acqua ghiaccia ed è possibile raggiungere le isole a piedi o in auto. Tutti molto gentili, ma pochi i servizi messi a disposizione dei regatanti. Alcuni tendoni erano stati eretti per le operazioni di stazza, mentre un altro fungeva da bar.

Per quanto riguarda l’ospitalità, i Finnici hanno una versione tutte loro. Hanno sì organizzato una cena finale (costo – è difficile crederci – 50 euro) ed offerto una specie di merenda a base di wurstel e patate al ritorno di una prova, ma al bar pagavi mezzo litro di minerale 2 euro e ben 5 una birra. Hanno “offerto” poi una grigliata ma dovevi sborsare 15 euro ... siamo ben lontani dai breakfast e dalle cene offerte dai Giapponesi ogni giorno a Gamagori 2005 e anche dall’ospitalità ad esempio di Anzio 2002. Alla cerimonia di chiusura, rigida e poco spontanea, gli organizzatori sono riusciti ad imporre che per partecipare alla lotteria per l’estrazione dei premi messi a disposizione da una veleria triestina ... si dovesse acquistare un biglietto!

Che opinione hanno di noi? Non voglio fare generalizzazioni per evitare di cadere nello stesso loro errore, ma l’impressione è che considerino i Mediterranei e gli Italiani in particolare delle persone folcloristiche, un po’ inaffidabili, sicuramente mafiosi e non rispettosi delle regole (Moggiopoli non ci ha aiutato). La cosa è stata palese nei rapporti con la Giuria (in particolare la presidentessa ha dichiarato testualmente che detestava gli Italiani), con il comitato di regata e con lo stazzatore finlandese (critico e offensivo, non si sa per quale ragione, con il capo mondiale degli stazzatori che è Italiano).

 

Le stazze e gli stazzatori

Operazioni di stazza approssimative. Alberi e timone non venivano misurati o pesati. La bilancia usata per pesare la barca aveva un’approssimazione di un paio di chili (!!!???). Un problema, secondo noi (ma anche secondo altri), era rappresentato dal fatto che lo stazzatore capo della manifestazione era anche Segretario nazionale della SCIRA spagnola. Lui e sua figlia, anch’essa stazzatrice, non hanno dimostrato molta obiettività. Significativi alcuni comportamenti come i controlli in mare su barche quasi sempre non spagnole e, soprattutto, la protesta di stazza contro l’equipaggio femminile finlandese sulla lunghezza della cimetta di sicurezza della deriva. La squalifica avrebbe comportato la vittoria dell’equipaggio femminile spagnolo; fortunatamente si è accertato che la protesta era pretestuosa e basata su un’interpretazione capziosa di una regola di stazza.

 

Il campo di regata

Il campo di regata dell’Europeo è stato caretterizzato da venti medi. In una prova il vento ha raggiunto, a momenti, i 20 nodi. Una prova è stata corsa con vento leggero e corrente. In ogni caso il vento (prevalentemente da terra) è stato rafficato, si verificavano salti di vento importanti e bisognava prestare attenzione a non finire in zone di bonaccia. Il basso fondale poi faceva sì che, non appena aumentava il vento, si formasse un’ondina ripida e difficile.

 

Il Comitato di regata

Nota dolente. Alcuni esempi: in una partenza, ai 4 minuti, manca la boa di partenza (poi se ne accorgono), in un’altra partenza manca la boa di bolina (e non sono neppure esposti i gradi bussola). Gli allineamenti sono approssimativi e raramente corretti. Lentezza nel posizionare il campo, paura nel dare richiami generali.

L’allineamento di partenza (per farvi capire l’approssimazione) veniva determinato da un personaggio che stava in piedi sulla prua della barca-comitato con il braccio destro (che impugnava il windex) proteso in avanti e il braccio sinistro a 90 gradi rispetto a quello destro. Immaginatevi quale approssimazione. Ne conseguiva una linea spesso sbilenca, molte barche partite fuori e pochi richiami individuali. I richiami generali sono stati usati con molta parsimonia, preferendo il comitato il pennello dell’intelligenza. Le linee venivano poi corrette nel senso sbagliato: “molti sono partiti fuori e non riusciamo a vedere i numeri? Bene accorciamo la linea!” Il risultato? Ancora maggiore assembramento di barche e confusione.

L’impressione è che costoro non avessero l’esperienza e la competenza per gestire regate con cinquanta barche.

Inoltre, stupida rigidità, anzi arroganza per mascherare la propria incompetenza: prima prova del terzo giorno. La partenza è prevista alle 11,00. Tutti escono (a posteriori lo si capisce) con ritardo perché il vento è leggero e perché il campo di regata è posizionato più lontano del solito. Uscite dopo di noi ci sono circa venti barche. I Norvegesi hanno l’allenatore, gli Spagnoli anche (anche se qualcuno di loro non viene trainato), quindi si procurano i traini necessari. I locali anche. Bene, io Perdisa, Stella rimaniamo senza traino. I numerosi mezzi dell’organizzazione se ne fregano, perché dovevamo arrangiarci. La beffa per Stella e Perdisa è ancora maggiore perché negli ultimi minuti (anche se è già troppo tardi) riescono ad avere un traino, ma poi ... lo perdono perché, ai quattro minuti dalla partenza, la Presidentessa della Giuria intima al gommone di slegare le cime di traino! E’ una brutta sensazione sentire i segnali di partenza e vedere tutti partire di bolina, mentre di poppa si deve ancora raggiungere l’area di partenza. A maggior ragione se si tratta di un Europeo, per il quale si è speso molto in termini di denaro e di tempo (e di ambizioni). Quaranta minuti erano stati sufficienti nei giorni precedenti per raggiungere la linea di partenza. Quel giorno gli incapaci, incompetenti, ma solerti componenti del Comitato di Regata hanno deciso di dare la partenza ben lontano dal porto, in un area che non coincideva con quella indicata nella mappa allegata alle Istruzioni di Regata, senza aspettare che alcuni concorrenti, discriminati rispetto a chi aveva ricevuto un traino, arrivassero nell’area di partenza. A me, come ad altri, tutto ciò ha influito non poco sul risultato finale. Siamo partiti dopo oltre due minuti dallo sparo, senza che nessun rappresentante della SCIRA (Jerelyn Biehl era sulla barca-comitato), stigmatizzasse l’operato del C.d.R. Il vento era leggero, instabile (subito dopo la partenza è entrata una raffica da destra spostata di trenta gradi rispetto al vento alla partenza), il campo di regata era stato posizionato lontano, l’organizzazione e il Comitato di Regata non ha mandato neanche un gommone dell’organizzazione a prendere gli Snipes lontani. Le Istruzioni imponevano che il campo di regata fosse posizionato più vicino, il buon senso imponeva che il vento si stabilizzasse e che fossero trainate tutte le barche. “My compliments!” è stata l’unica frase ironica che abbiamo potuto pronunciare rivolti alla barca - comitato quando abbiamo tagliato la linea di partenza dopo oltre due minuti dal segnale. Un “bel” trentaduesimo posto finale! La beffa non finisce qui perché decidiamo di presentare la richiesta di riparazione per errore del comitato di regata nel posizionare il campo (al di fuori dell’area prevista nelle Istruzioni). La richiesta di riparazione richiede prima di essere presentata un po’ di studio a tavolino da parte mia e di Jacopo. Ma il tempo per presentare le proteste è scaduto: un’ora dall’arrivo (sulla linea di arrivo) del primo concorrente. Noi siamo i terzi a tirare la barca su dallo scivolo, ammainiamo le vele senza perdere tempo, ci cambiamo senza perdere tempo, studiamo il caso, prendiamo il modulo, scriviamo e lo consegniamo. Il tempo è insufficiente e la richiesta è inammissibile perché è stata presentata fuori tempo massimo (un’ora dall’arrivo del primo concorrente è un tempo ridicolo ha convenuto con me Jerelyn)). L’aspetto ironico di tutta questa grottesca questione è che il giorno dopo il campo di regata viene posizionato talmente vicino a terra che ci vogliono venti minuti per andare dallo scivolo alla partenza.

 

La Giuria

Il nostro Poggi si è beccato due squalifiche ingiuste tra Campionato Nordico ed Europeo. La prima perché non avrebbe effettuato i 720 conseguenti a una penalità per pompaggio (regola 42) che la stessa giuria in acqua era tenuta a controllare che avesse effettuato, ma che ha dichiarato di aver omesso di fare. La seconda è ancor più incomprensibile. Il Norvegese Sandvig protesta Poggi perché avrebbe virato da mure a sinistra a mure a dritta troppo vicino a lui. La protesta sembra speciosa e il risultato scontato perché non c’è stata collisione, Sandvig non ha testimoni e Poggi sì. Purtroppo sapete come è andata a finire: squalifica di Poggi. Anche qui molto amarezza e delusione.

Anche in questo caso, come per il Comitato di Regata, la soluzione (per il futuro) del problema potrebbe essere che la SCIRA (come del resto avviene per le Star ed i Laser) proponga o scelga per gli eventi più importanti un Presidente di Giuria e un presidente del Comitato di Regata da scegliere tra una rosa di ufficiali di regata conosciuti come competenti ed affidabili. In questo senso, ci ha assicurato, si muoverà il nostro Segretario europeo Stefano Longhi.

 

I concorrenti

Spagna su tutti. Ai primi cinque posti cinque equipaggi iberici (terzo uno juiniores). Sono arrivati preparati, con un allenatore e ... uno stazzatore. Sono stati bravi (vedi Fresneda e Sanchez) a non scoprire le carte al Nordico. Hanno anche fatto una guerra psicologica contro altri temibilissimi avversari durante il Nordico e l’Europeo (basti pensare al comportamento di Fresneda che scorazzava e creava disturbo durante il Campionato nordico, sebbene non fosse iscritto). Sono stati anche spregiudicati nel pompaggio (per loro otto bandiere gialle complessive). Al di là di questi mezzi e mezzucci la loro supremazia è stata schiacciante visto che su nove prove ne hanno vinte otto.

Molto bene anche i belgi con Den Hartigh quinto e Manu Hens sesto. Buoni parziali anche per Bomans (il vincitore della Wibroe per come si era allenato avrebbe sperato in qualcosa di meglio), Galeotti e Van Cauwenbergh.

Hanno deluso un po’ gli equipaggi nordici, in particolare i Norvegesi, allenati per l’occasione da Jan Persson (il primo è Sandvig dodicesimo).

Le attrezzature

La novità sono le North giapponesi dei primi due in classifica. Tra le barche Persson Starmarine si conferma al vertice.

 

Le nostre regate

Venendo a noi. Io e Jacopo non regatavamo assieme dal Giappone (fine luglio 2005). Che vergogna, un anno senza andare in Snipe! Abbiamo cercato di fare qualche uscita di allenamento nelle settimane precedenti all’Europeo. Poca cosa, rispetto ai più allenati. Per questo non avevamo molte ambizioni. Aggiungiamo che quest’anno non avevo ottenuto risultati brillantissimi. Per fortuna ho potuto utilizzare per l’Europeo una buonissima barca che mi ha fornito Enrico Michel, velocissima soprattutto al lasco ed in poppa. Due giorni prima delle regate io e Jacopo siamo usciti a provare con Stefano Longhi e Paolino Lambertenghi che ci hanno massacrato di bolina. Ho capito così alcune cose e con il fiocco nuovo, pur non essendo velocissimi di bolina (soprattutto con chop), quantomeno “sopravvivevamo”.

Jacopo dice che all’inizio ero teso. Infatti il Campionato è iniziato piuttosto male. Due collisioni nei primi due giorni, sempre per colpa mia. Guarda caso in quelle due prove abbiamo finito 24 e 26 (i peggiori risultati a parte la partenza in ritardo).

Non sono contento delle mie partenze (tutte pessime tranne due). Mentre sono contento dei due laschi nella prova con vento forte (dove abbiamo chiuso quinti in recupero) e della velocità in quella prova anche in bolina (peccato che ero partito in terza fila). Rimane poi la soddisfazione della prova che abbiamo vinto. Siamo partiti bene, Jacopo ha visto delle raffiche a sinistra prima degli altri e ... alla boa di bolina eravamo primi noi e secondo Olivieri con un bel po’ di distacco sul gruppo. Che poi noi abbiamo mantenuto, grazie all’ottima tattica di Jacopo, fino all’arrivo.

Per questi Europei vogliamo ringraziare in particolare il nostro sponsor la Conti & Associati marina planning and design, Enrico Michel della Starmarine, il Team Piada per il supporto a terra (alla cerimonia di chiusura abbiamo indossato orgogliosi le loro maglie), Jan Persson per averci riparato la barca dopo la prima collisione, la squadra italiana e Giovanni Galeotti per le divertenti serate a terra.

Passando agli altri Italiani, anche se non spetta a me esprimere giudizi, posso affermare che c’è un po’ di rammarico per Poggi – Boccato equipaggio che sicuramente ha i numeri per situarsi nei piani altissimi della classifica. Purtroppo sappiamo come è andata. E non per colpa loro. Bene Longhi – Lambertenghi, che hanno spesso girato le boline molto avanti. Stefano si lamenta per qualche imprecisione costatagli molto cara. Brilla comunque un terzo di prova. Subito vicino a Longhi in classifica Rochelli – Semec più regolari di Stefano. Un po’ deluso Rodati – Bonini, mentre per Olivieri – Pederiva rimane il pregevole quinto posto nella settima regata. Buona esperienza per gli juniores Zaoli – Filippi che avevano una barca a noleggio. Chiude il Team Piada (Stella – Minardi e Perdisa – Joime), alla prima esperienza internazionale, sicuri vincitori a terra, tanto che molte squadre straniere chiedevano, secondo l’usanza calcistica, lo scambio delle divise, invidiosi della maglietta con il logo rosso “Piada”.

Ultimissime considerazioni. Se guardiamo al risultato complessivo, come squadra, siamo calati rispetto a Lorient. Qui erano assenti Tomsic – Mocilnik (terzi a Lorient 2004) e i Solerio. Al di là del risultato, si deve riflettere sul fatto che i nostri equipaggi – come sottolineato da alcuni di noi - dovrebbe essere più uniti. Utile e facilmente realizzabile potrebbe essere un debriefing dopo le regate. Ora accade che chi arriva avanti non dica niente e chi arriva dietro non interroghi chi arriva davanti. Inoltre, per quanto ciò sia difficile per gli impegni di lavoro o di famiglia che gravano su tutti noi, sarebbe auspicabile che i selezionati agli eventi internazionali si preparassero assieme, pianificando allenamenti collettivi in un luogo da stabilire. Io sono fortemente convinto che un allenamento ben fatto sia di gran lunga più utile di una regatina con pochi avversari, poco combattimento e classifica delineata già a terra vedendo l’elenco degli iscritti. Per i prossimi campionati sarebbe bene pensarci.

 

Phantomas

A breve pubblicheremo le considerazioni di altri componenti della squadra italiana.

Campionato_Europeo_2006

Stiamo acquisendo le candidature per le località che ospiteranno le nostre regate nazionali per la stagione 2013. Scrivere al Segretario nazionale 2012-2013 peloja@katamail.com
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