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Il Mondiale visto da prua
Data pubblicazione: 08/08/2005
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Campionato del Mondo Snipe 2005

Gamagori, Giappone

Eccomi qui a scrivere qualche riga sul mondiale come richiestomi dal webmaster Pietro Fantoni.

Il Mondiale che si è svolto in Giappone ha sofferto dell'arrivo di un tifone che non ha consentito lo svolgimento delle regate in due dei quattro giorni previsti per le regate; è stato quindi stravolto il programma delle regate. Ciò ha portato anche un approccio differente al Campionato, perchè si è passati dall'ipotesi di due scarti a quella di uno ( anzi "forse uno" dato che il primo scarto entrava alla sesta prova e infatti non ci si è arrivati...). Inevitabilmente si è dovuto quindi cercare di essere più prudenti sia nel bordeggio che nelle partenze.

Il campo di regata si è rivelato piuttosto difficile, le condizioni con le quali abbiamo regatato sono state complessivamente di vento leggero a volte leggerissimo. Ci sono stati durante il Campionato 5 salti di vento di consistente ampiezza (più di 30°) e molte oscillazioni di pochi gradi . Si è regatato con la boa di bolina quasi sempre posizionata non lontano da un piccolo isolotto che ha fatto sentire il suo effetto (più per la corrente che per il vento data la sua modesta altezza, in due delle cinque prove).

A me personalmente è piaciuta molto l'atmosfera che si respirava a terra con uno spirito di collaborazione e di reciproco aiuto molto maggiore rispetto ad altri circuiti di regate. Infatti la quasi totale assenza di allenatori (ad avere l'allenatore erano gli americani e qualche altro team oltre ai Giapponesi ovviamente...) fa sì che tra gli equipaggi ci siano molte meno "barriere" e ci si contatti direttamente senza alcun problema sia solo per chiedere una cordella metrica o quant'altro si possa aver bisogno. La conseguenza di ciò è che si ha modo di conoscersi tutti e quindi di scambiarsi informazioni e conoscere culture e lingue diverse, che per me rimane ancora la motivazione più forte per intraprendere viaggi del genere.

La squadra americana era numerosa e molto ben organizzata e tra i suoi atleti annoverava parecchi dei favoriti (Szabo, Diaz, Commette che regatava con la figlia). Commette, per esempio, è velista ben noto ha chi ha più di vent'anni (si fa per dire 20 ...), perchè ha un passato di tutto rispetto nei singoli (fu campione del mondo di laser e rappresentò gli Stati Uniti in finn alle Olimpaidi di Kingston nel '76) ed a me personalmente piace molto per il modo che ha di intendere la vela, caratterizzato da un grande fair play, umiltà e modestia, da un'eleganza e un rispetto assoluto di ogni avversario. Un esempio da portare alle nuove generazioni sempre più lontane (purtroppo) da questo modo di intendere la vela.

Altra squadra imponente era quella brasiliana con velisti di grande tradizione nello snipe e molto allenati per questo evento. Tra gli altri ha fatto impressione per la sua velocità la coppia composta da i fratelli Paradeda che in un campionato più regolare e con lo scarto avrebbero sicuramente potuto giocarsi il titolo. Bruno Bethlem e il suo prodiere hanno fatto vedere una grande precisione nel bordeggio, mentre Pimentel (che per l'età o l'aspetto qualcuno scambiava per un accompagnatore ...) e il suo prodiere hanno fatto qualche errore di troppo nel finale rovinando un possibile podio con la prova finale.

La delusione maggiore forse è venuta proprio dagli Europei (che componevano metà della flotta!). Infatti, tolto lo spagnoloTabares che ha ben figurato (era giunto secondo anche all'Europeo2004...), l'Europa non è riuscita ad infilare più di quattro equipaggi nei primi venti.

L'organizzazione messa in piedi dai Giapponesi oltrepassava la perfezione per l'impegno, la precisione e lo "spiegamento di forze"; anzi direi che in tanti anni di regate in tutti i continenti non ne ho mai vista una neanche simile.

Augie Diaz ha davvero mostrato una indiscutibile superiorità e una più chiara visione del campo di regata, unita ad una capacità di non mollare mai nemmeno quando (un paio di volte nelle ultime due prove) si è trovato ad inseguire.

Dal punto di vista tecnico non molte le novità, la randa radiale usata da Paradeda era quella forse di maggior spicco (anche se poi l'ultimo giorno Paradeda ha optato per un ritorno all'antico ...).

Le ultime note per i tre equipaggi italiani presenti: Fabio e Daniela Rochelli hanno avuto un sorteggio della barca davvero sfortunato e, quando finalmente sono riusciti ad adattarsi alla barca, si era ormai alla fine del campionato.

I fratelli sanremesi Solerio hanno centrato la classica "settimana no", perchè la classifica finale è lontana dal rendere il loro reale valore in campo (forse ha pesato un virus preso da Franco proprio nei giorni precedenti le regate ...).

Per quanto riguarda la nostra partecipazione si è trattato di improvvisazione pura, poichè per motivi extravelistici si era ormai abbandonata l'idea di partecipare al Mondiale. Pietro ha mostrato una notevole capacità di concentrazione per supplire alle molte ore in barca in meno rispetto agli altri equipaggi. Doveroso è il ringraziamento a chi ci ha aiutato ad affrontare le ingenti spese e cioè lo studio udinese Conti&associati.

Buon vento a tutti!

Jacopo

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