Opinioni e commenti
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Mondiali Open, Charterizzazioni e Dintorni
Data pubblicazione: 22/08/2011

Piccolo contributo al dibattito in corso (di Andrea Leonardi).

«toh, c'è un campionato del mondo in danimarca… oh, io non l'ho mica mai vista la danimarca… quasi quasi ci vado con mia moglie, faccio le regate e poi anche un bel giro. massì… dicono tutti che è tanto bella!»
«ma se alle regate in italia arrivi dietro la polvere!!!»
«bhè? mica devo vincerlo il campionato del mondo!»

ecco, con questo facile esempio io vorrei dichiararmi decisamente contrario al turismo nautico, soprattutto quando si sovrappone all'agonismo, perché ho già assistito ad esperienze simili e il risultato è stato un grande affollamento delle regate più importanti (camp mondo e europei) e grandi, enormi e pesanti vuoti alle regate più… normali.

«vabbè… ho già speso mille euro per andare in danimarca, cosa caspita mi metto a spendere ora per andare alla nazionale di quello o dell'altro posto? no, no… magari andiamo a rio l'anno prossimo, è più figo!»

allora due cose sostengo:
1 - che le classi veliche concentrino i loro sforzi nella massima diffusione nazionale smettendo di pensare solo ed esclusivamente ai giovanissimi e convogliando l'interesse e la comunicazione verso quei grandi e piccoli eventi - anche creativi - che le classi sanno organizzare, anche in forma di regata con un primo classificato ed un ultimo arrivato, ma coniugando il richiamo sportivo della gara in senso stretto del termine con lo spirito aggregativo che muove ogni passione.

2 - l'agonismo deve rimanere esente dalle forme folkloristiche perché altrimenti viene lesa l'autorità dello stesso e per me il campionato del mondo e quello europeo, dopo l'olimpiade, sono l'espressione massima dello sport agonistico. la partecipazione a queste regate dev'essere rigorosamente selettiva.

il percorso di partecipazione a questi eventi, però, può passare attraverso selezioni che prevedano formule di regata di cui al punto 1? decisamente sì, la classe snipe già lo sta facendo ma si accomuna alle altre classi laddove non comunica sé stessa fuori dalla sua stretta nicchia di praticanti (loggia del leopardo?) che in italia potrebbero essere molti di più solo se si smettesse di inseguire esclusivamente gli juniores che hanno un TASSO di ABBANDONO della pratica della vela che sfiora IL 90 PER CENTO (dati fiv).

suggerisco:
- perché non andiamo a ri-prenderli nelle università? (avrei delle proposte e le dirò al segretario)
- perché non andiamo a ri-prendere i quarantenni che si sono messi a posto con il lavoro-vita-famiglia e hanno fatto vela a buoni livelli nel loro passato ancora vicino? occorre pubblicità e comunicazione (ahimé) fuori dagli schemi federali.
ad entrambi avremmo ottime motivazioni sportive da offrirgli, anche economiche cercando l'aiuto dei cantieri.

e ancora:
ma perché non charterizzare le BARCHE IMMOBILI NEI CIRCOLI per le 'nostre' amate regate in italia?


Andrea Leonardi
quello che viene alle regate con lo snipe rosso,
45 anni già compiuti, regatante attivo, presidente del circolo velico pietrabianca dall'anno 2000
qualche mondiale disputato... ma non di snipe, va bene lo stesso?

Stiamo acquisendo le candidature per le località che ospiteranno le nostre regate nazionali per la stagione 2013. Scrivere al Segretario nazionale 2012-2013 peloja@katamail.com
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