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Data pubblicazione: 01/04/2006
Proseguiamo la serie di interviste alle velerie che producono vele per Snipe.
Si tratta di una veleria non molto nota, ma per veri intenditori. E' difficile trovare un prodotto tanto rifinito e curato. Ed è difficile farsi concedere un intervista. Noi, forse gli unici, ci siamo riusciti.
Abbiamo intervistato il responsabile della produzione Snipe Dioniso Filornito.
Ci può raccontare la storia della veleria?
Noi produciamo vele da sempre, anche se il nome per cui abbiamo una certa notorietà, Zillinger, è stato, per così dire, inventato da un cliente italiano negli anni 70-80. Le vele per Snipe le abbiamo iniziate a produrre quasi subito, negli anni '30. La nostra politica è stata quella di fornire pochissimi clienti. Riteniamo che qualità è quantità non vadano d'accordo. Abbiamo vinto una decina di Fastnet e Sydney Hobart, alcune edizioni della Whitebread, e molte altre regate d'altura. Pochi sanno poi che era nostro lo spi usato nella settima regata dalla barca vincitrice della Coppa America del '83. Nelle derive abbiamo vinto alcuni mondiali Star, 470, 420, Europa, Soling. Sicuramente mi sono dimenticato di qualcosa. Per quanto riguarda lo Snipe, abbiamo vinto una decina di mondiali, 2 europei, e svariati titoli nazionali. Pochi ci conoscono, perché non facciamo assolutamente pubblicità. Spesso i clienti che hanno provato le nostre vele rimangono veramente impressionati dalla loro velocità. Noi normalmente non applichiamo marchi o altri segni distintivi sulle nostre vele. Spesso i clienti, per non svelare il loro segreto, ci chiedono non solo di non applicare il nostro marchio, cosa a cui noi acconsentiamo, ma anche ci chiedono di poter sostituire il nostro marchio con quello di altre velerie. I nostri pochi clienti vogliono, per così dire l'esclusiva, non desiderano che le vele che loro usano siano molto diffuse e per questo le camuffano. Noi ovviamente non ci opponiamo, perché i desideri del cliente vengono prima di tutto. In Italia il nome Zillinger ha avuto un periodo di fulgore negli anni '80, soprattutto nella zona di Trieste.
Quali sono le caratteristiche principali delle vostre vele?
Innanzitutto non c'è "una vela". Ma tante vele possibili. Noi studiamo le condizioni previste, il peso del nostro cliente, le sue capicità, il suo modo di portare la barca. Cerchiamo di lasciare ben poco al caso. Poi i materiali e l'assemblaggio. Su questo però non vi posso dire molto, perché se lo scambio di informazioni con il cliente è fondamentale, siamo molto gelosi del nostro metodo produttivo.
Le vele dove vengono prodotte?
La nostra veleria si trova sul Monte Athos, in Grecia, nella Calcidica. I monaci velai sono un po' come gli amanuensi. Vanno molto orgogliosi delle loro capacità manuali. Una vela richiede moltissime ore per essere finita, circa 100 volte il tempo richiesto per la produzione di un anonimo prodotto industriale di un'altra veleria. Non usiamo software di progettazione o di taglio, gallerie del vento o programmi CFD. Il prodotto è un unicum, dalla progettazione al taglio manuale, alle prove empiriche. Credo poco al taglio laser ed ad altre novità. Del resto la qualità di una miniatura, per tornare al paragone di prima, è decisamente superiore alla stampa Gutembergh, Offset, Laser o altro.
Eseguite test e sperimentazioni?
La sperimentazione è la tradizione e l'esperienza del velaio e dei velai che l'hanno preceduto. Il nostro tunnel del vento è una stretta gola rocciosa distante qualche parasanga dal nostro monastero. Usiamo poi, e questo è risaputo, provare l'efficienza delle vele alle andature portanti, lasciandole cadere con dei gravi dal monte Athos. La stretta logica aristotelica ci aiuta ad interpretare gli esperimenti, a catalogare e ad affinare le nostre vele. Produrre una vela è un'operazione faticosa, meticolosa, di precisione.
E' importante la presenza del velaio sui campi di regata?
E' assolutamente inutile. Noi non cerchiamo pubblicità. Nè cerchiamo di insegnare ai velisti. Se il velista non è capace di regolare le nostre vele, vuol dire che la vela è troppo difficile per lui. La vela è come un abito. L'alta moda se la può permettere chi è ricco, ma se è grasso non la può indossare. Quindi, per tornare alla sua domanda, noi non siamo presenti sui campi di regata perché non vogliamo insegnare niente a nessuno. Non abbiamo tuning guide. Preferiamo capire, prima di progettare una vela, il cliente. Se è grasso, facciamo una vela che possa indossare. Quando gliela consegnamo, saprà perfettamente come regolarla, perché è progettata su misura. Come un abito.
Guardate e osservate i prodotti delle altre velerie?
Noi osserviamo la natura, l'uomo, le sue realizzazioni, l'interazione tra l'uomo e gli altri esseri viventi. Osservare è nella natura dell'uomo curioso. E' necessario per conoscere sé stessi.
Se una vostra vela richiede molte ore di lavoro, immagino che anche il prezzo sia molto alto.
Su questo non rispondo. Posso solo dirle che una nostra vela può essere rivenduta a circa 10 volte il prezzo che il nostre cliente ha pagato. Chi specula, o può speculare, non siamo noi. L'unica nostra speculazione è quella filosofica. Noi cerchiamo - con il lavoro, la meditazione, la filosofia e la preghiera - di tendere alla causa causante non causata, cioé a Dio. Il resto non ci interessa.
http//:www.athos.gr/monakos/istiodromia/index.php?module&type=snipe=1010


