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Data pubblicazione: 05/05/2009
La mattina della prima giornata della Nazionale Snipe di Bracciano, quella chiamata ad aprire l’edizione 2009 del Trofeo Coppa Duca di Genova, arriva in coda ad una serata che non voleva finire, persa dentro alla definizione degli ultimi incastri d’equipaggio per mandare in acqua quante più beccacce “locali” possibile.
Al Planet troviamo quella sana baraonda di ogni bella regata importante, i forestieri stanno più o meno tutti riarmando, i local passeggiano distrattamente tra le barche, masticando gelati e chiacchiere, mentre una discreta tramontanella spazza le acque del lago e alza un non-trascurabile marciapiede d’onda proprio in corrispondenza dello scivolo d’alaggio. A riguardo si colgono diversi sguardi preoccupati rivolti al lago, anche se quelli ancora più preoccupati il Lago nemmeno lo guardano, memori del fatto che se la tramontana lacustre a metà mattina non spara gagliarda oltre i 10m/sec (cosa che non sta facendo), c’è il serissimo rischio che dopo qualche ora, con lo scaldarsi dell’entroterra, si formi una termica (che spira in direzione contraria) capace di elidere il tutto, tanto da non consentire di regatare..
Comunque c’è poco da stare a fare teoria, ho da iscrivermi e da dare una mano a stazzare qualche vela.
Come IV Zona ci siamo organizzati bene: il w.e. precedente ci siamo portati avanti il lavoro, stazzando quasi tutto quello che c’era da stazzare, così oggi ci rimangono da stazzare “4-1”(*) giochi, dei quali due di quelli considerati universalmente “facili”, e da verificare 2 fiochetti sui quali erano emersi rispettivamente un dubbio e un problemino.. sperando che non arrivino molti “forestieri” carichi di vele.. e la speranza naturalmente si rivela vana!
(*) ossia algebricamente “3”! Il “-1” è il gioco del Makka, del quale lo stesso si è ricordato giovedì notte, svegliandosi urlando da un incubo di cui non ricorda molto, se non che doveva stazzare le vele, e che io lo bi-rullavo in una 2 regate snipe.. incubo!?
Fortunatamente io e Silvia non siamo i soli impegnati nella faccenda delle stazze e poi, tirato dentro per alcune questioni che abbisognavano della sua supervisione, arriva pure Antonio, mentre il Makka assume il colore del dacron delle sue stesse vele, Paolino mostra a delle passanti l’album delle foto scattate di recente durante la sua snipe-trasferta negli States, e l’esile figura del Piazza campeggia riva al Lago, fissando le acque con quella sua solita espressione immota da “gatto co’rsorcio’nbocca”.
Fattasi una certa devo mollare le faccende stazzatorie e correre a prendere il Palindromo, lasciato alla ruota la mattina stessa (ancorato alla sua stessa deriva) davanti al sabbazzietto, sperando di non ritrovarlo in un canneto, per quanto abbia lasciato LongJohnSimoncino a fargli la guardia.. il che vorrebbe dire tirare fuori dal canneto oltre alla mia barca, pure Long John!!
Voliamo per quanto possibile dall’altra parte del Lago, bypassando 2 trattori, una mandria di vacche sacre, un matrimonio pagano e sciami di fagottari che alle 11.30 del mattino hanno già i relativi barbecue su “avanti tutta”, il tutto complicato da Passerottino(**), che è al volante già con la muta addosso (anche la sua barca: “Panza de Cane” è alla ruota!), che al solito gli dà problemi al perizoma!
(**) altrimenti noto come AndreaL, timoniere ed armatore di “Panza de Cane”..per dare un’idea della stazza: si tratta della variante “all’amatriciana” degli “scoiattolini di Caldonazzo”!!
Al sabbazzietto trovo i local alquanto svaccati, quelli che si sono cambiati fanno salotto tra le barche, quelli che non si sono cambiati, come MarcoG e LJSimoncino, hanno ancora le gambe sotto ad uno dei numerosi tavoli imbanditi.
Esco dallo spogliatoio tirandomi dietro l’attrezzatura, finisco di vestirmi mentre mi dirigo verso la riva del Lago, sul quale la tramontana si è drammaticamente ritirata.
Mentre salto a bordo mi vedo i primi dei nostri ad essere usciti già arrivati a mezzo lago, poi li vedo diventare sempre più grandi, e comincio a preoccuparmi, e mentre Natasa continua ad in cremarsi per evitare le “macchie solari”.. lasciandomi interdetto su come della crema solare possa influire sull’attività “coronale” della nostra Stella.. mi rendo conto che la linea di partenza è esattamente dove sono tutti in fila tanti piccoli graziosi snipe.. esattamente sulla sponda opposta del Lago.
Arriviamo di filato, riacciuffando le “Panza de Cane” girls negli ultimi metri, facciamo il check e subito dopo accadono 2 cose: cominciano le procedure di partenza, e finisce del tutto il vento!
Aggirarsi dentro ad una nuvola di 45 beccaccini, con poca aria, non è proprio.. diciamo che se ti pianti tanto vale raggiungere il bar più prossimo e ordinare la più grossa granita che siano in grado di assemblare.
La linea non è molto capiente, sarà poco più della metà di quella dello Zonale che abbiamo corso il w.e. precedente, dove però di beccacce ce ne erano 16.. e sono grato che non ci sia aria, perché allora sì che sarebbero stati numeroni da circo-equestre.
Si parte al secondo tentativo, mi pare, nel più ampio tentativo collettivo di andare tutti a dx, con una serie di incroci a frappa che sembra un’installazione della biennale.
Natasa mi tele-comanda fuori dal casino, ricevo un paio di virate dritte nel posacenere, ma nulla di più.
Appare chiaro fin da subito che il problema principale è l’intensità del vento in ulteriore caduta verticale, con ampie zone di nulla tirato a specchio, insomma volendo usare un tecnicismo: c’è da andare a culo!
La situazione è talmente ingarbugliata che a parte i primissimi, ad ogni incrocio si inverte la classifica, con gli angoli che pagano alternatamente ed il centro che sembra non pagare mai abbastanza.
Nonostante questo ci arrampichiamo fino alla boa di bolina con un giro a buona metà classifica, solo per vederci infilzati da quanti si erano persi nel cantone sx, dove sono rapidamente ridiscesi dopo la boa, consapevoli forse che da quella parte sarebbe successo qualcosa, o inconsapevolmente incontro al suddetto tecnicismo.
A metà poppa c’è una depressione tale che mi aspetto di vedere le mascherine dell’ossigeno venire giù dal boma.
Intanto per il campo di regata i gommoni dell’assistenza fanno caroselli festosi alzando un moto ondoso che se non altro si potrebbe fare surf, mentre uno di questi va in giro pure fischiando, mentre nessuno mostra uno straccio di bandierina, nemmeno di riconoscimento, che meno male che sul Lago è interdetta la navigazione a motore, altrimenti qualche problemino a discernerli dai bagnanti ci sarebbe potuto pure essere.
C’è un aria di annullamento-senza-annullamento che non so dire, mentre Natasa mi accolla responsabilità non mie per alcune crisi alimentari mondiali, e si sbafa in un colpo solo tutta la mia riserva stagionale di Loacker (3 pacchettini!!).
Alla boa di poppa incrocio Phantomas che risale primo esprimendo la propria perplessità su alcune peculiari contingenze di quanto contestualmente accadente.. io giro la boa per scrupolo più che per fede, interrogandomi se il fenomeno del moto nostro e dei molti attorno a noi possa essere ascritto da un’effettiva pendenza della superficie lacustre verso ovest.. nel qual caso a breve ci potremmo trovare tutti ammucchiati in un canneto dalle parti di un noto campeggio.
Con la prua verso la boa di bolina, ma fermi, entra un refolo che anima e riorganizza la flotta, mentre anche noi ci rendiamo conto che non era stato annullato alcunché!
A metà bolina incrociamo dei tipi che armeggiano attorno ad una boa troppo grossa per essere una rete, infatti poco dopo ci viene trasmesso un cambio di percorso, con una serie di melodie che fortunatamente Natasa comprende perché io sono perdutamente amminchiato dietro ai minimi cenni di increspatura sull’acqua, che latitano.
Alla boa di bolina.. alla boa di bolina non so dire se sia seguita un’altra poppa e basta o meno, tale e tanto è stato il caos che mi ha girato in testa, sono solo in grado di dire che sull’arrivo, alzando lo sguardo in cerca di conforto, ne ho trovato solo nel vedere il gran numero di “+1” bianchi su maglietta rosse campeggiare a poppa del Palindromo, inequivoco sintomo di una mattanza dove il tonno non eravamo noi!
La seconda prova sembra un po’ più edibile: un filo di vento steso, si fa per dire, ed una linea di partenza qualche palmo più capiente, richiedono comunque tre tentativi con “Z” finale prima della partenza.
Di nuovo Natasa mi pilota in mezzo alla folla, la seguo con quell’inerzia mentale tipo trascinamento-x-la-corsa-agli-ultimi-regali-di-Natale, mentre te non vorresti altro che un atollo deserto in un mare turchese!
Ci muoviamo bene, meglio di quanto mi sia mai mosso a Natale, o su qualsiasi atollo.. ma non abbastanza, e alla boa di bolina siamo chiamati ad un recupero che sembra quasi disperato, mentre i primi ormai sono al traverso dell’Elba.. il “fiume”, non l’isola!
Però la poppa è pur sempre la poppa, e nonostante la poca aria riusciamo con due strambate a finire nel posto giusto al momento giusto, e riguadagniamo chilometri su quanti ci precedevano.
Alla fine della poppa il danno è stato quasi riassorbito, riparto per la bolina rincuorato.
Siamo decisi a tenere il lato sx, virando come dei matti su ogni accenno di scarso, terrorizzati entrambe dall’idea di andare troppo presto in lay o peggio di schiantarci contro il trenino di quelli che arrivano dalla lay di dx.
Il piano funziona, almeno sembra, quelli che sono andati a sx non riescono ad alzare la prua, alcuni preparano le loro volontà da affidare a delle bottiglie quindi ai flutti, le pazze del t302R mi si dipanano sottovento e avanti, col Makka in modalità “stealth”, Stefano velocissimo, The Frusonian’s e le “Panza de Cane” girls impegnate in una serie di sparatorie a metà campo, e Marione che ci era passato avanti ma che continua a perdere acqua (a terra parlerà poi di un “calamaro gigante” nella deriva..).
La regata continua ad essere un discreto terno, gli angoli si rivelano posti di resurrezioni inverosimili e/o suicidi di massa formato “Lemming”.
Partiamo per l’ultima poppa di nuovo a sx, ma senza esagerare come la precedente, strambiamo al momento giusto, ruota leggermente, siamo in lay e c’è un filo di pressione, in quel momento il Makka esce dalla modalità “stealth” e mi appare al centro del campo, mentre spegne delle sigarette lunghe due metri sulla capoccia del Ferro, e solo per ingraziarsi gli Dei, che una volta tanto pare non siano dalla sua!
Quelli davanti direi siano ormai al dessert, dietro The Frusonian’s e le “Panza de Cane” girls sono ormai alle picche e al fuoco-greco, mentre Stefano resiste rapito dal moto ipnotico dei filetti nuovi del suo fiocco nuovo e Marione cerca di convincere i passanti dell’esistenza del calamaro gigante aggrappato alla sua chiglia, offrendo prosecco ghiacciato a quanti dalle sue parti.
Quello che ci frega è domenico, il Ds del sabbazzietto, che ad una manciata di lunghezze riesce a prendere meglio una bava (pesa anche 329kg meno di noi!!) e ad infilarci bene all’interno, noi dobbiamo strambare due volte per metterci tra la boa e due sopraggiungenti, che mi arrivano sulle vele come missili ma si ingaggiano talmente tanto dentro la “zona” che ormai la boa è quasi un ricordo!
Mi ritrovo a dovere orzare con talmente poca pressione, grazie ai due missili parcheggiati sopravvento, che ‘sta volta davvero escono le mascherine dell’ossigeno dal boma, mentre incasso e porto a casa la solita pruata contro la mia poppa.. comincio a pensare di doverla imbottire!
L’ultima bolina la facciamo ancora più accorta della prima, ma un sx, quando non credevamo più che potesse essercene tanto, ci tira in lay quel tanto troppo presto che Dante e Silvia ci infilano di una prua sull’arrivo sbucando dalla parte opposta.
Quando mi volto lo spettacolo è comunque gratificante, ben cinque enormi “+1” bianchi campeggiano su altrettante panze rosse!
Riconosco il Makka che si sta smaltando le unghie dei piedi di un colore insolito sperando così di non essere riconosciuto, mentre il Ferro chiede asilo politico per motivi umanitari a Stefano, che naturalmente glielo rifiuta, e continua a fissare i filetti, ed anzi gli offre in adozione Giorgio (il suo socio/prodiere/timoniere nonché a volte prodiere anche del “Palindromo”) ed una collezione di NathanNever in pergamena sintetica.
Poco dietro The Frusonian’s tentano il tutto per tutto offrendo alle “Panza de Cane” girls, in segno di pace, un cavallo di legno gigante e farcito di sorprese, cosa che avrebbe pure potuto insospettire il timoniere di “Panza de Cane”, se non fosse che era concretamente impegnato a sedare nel sangue una vertenza sindacale istruita da Marco, suo prodiere ed altra “girl” del “Panza de Cane sailing team”, ancora amminchiato per un incrocio millimetrico col quale gli eravamo passati avanti due poppe e una regata fà!
Tagliato l’arrivo non mi sento di infierire sul Makka, e gli lascio libera la via di fuga verso il sabbazzietto.. lo so, direte che sono troppo buono, ma in fondo il malvagio è lui!
A terra rapide pratiche di sistemazione e tutti pronti per la cena.
A me tocca fare un bordo matto al sabbazzietto per radunare alcuni pezzi lasciati lì la mattina e finisco col far tardi a cena, così raggiungo da “Vino e Camino” alcuni “local” appassionati di cacio&pepe ed altre amenità enogastronomiche, compresa la mia prodiera, che quando arrivo a tavola sta raccontando di come la affami.. di questo passo mi verranno a cercare i caschi blu!
All’indomani la partenza sarebbe presto, tipo 11.30, orario per lo meno inconsueto per il lago.
La mattina non si muove una foglia.
Ricevo telefonate smozzicate da centro lago dove tre local sabbazieschi, usciti dalla sponda est, declamano le meraviglie di 6 nodarelli belli stesi.. e poi chiedono un traino! Purtoppo non arriva né il traino né i nodarelli, ed i nostri sono costretti ad atterrare al Planet a colpi di pagaia!
Il tempo passa, la possibilità di regatare si riduce nella stessa maniera.
Ogni tanto entra qualche alito da nord, ma nulla più, e la termica non si vede, ma è presto, ancora non è da disperare, poi si cominciano a sollevare le colonne dei cumuli-nembi e allora disperare diventa lecito.
Di temporali se ne formano tre, tipo saba attorno al lago, con aria che entra ed esce senza alcun disegno intellegibile.
Il Comitato issa intelligenza in acqua, aspettiamo e tiriamo giù le rande a terra, visto che sa di groppo in arrivo, poi arriva solo qualche goccia d’acqua, il Comitato parte, mette il campo e dà la partenza.
Tra un calo e l’altro io e Nat arriviamo tardi e saremmo DNS ma, dopo pochi istanti che abbiamo tagliato la partenza col tangone fuori, la prova viene annullata.
Altro giro di vento, praticamente completo, la barca-comitato si muove, noi cerchiamo di fare altrettanto, ma il cronometro corre e si fa tempo di rientrare.. sotto le raffiche tese di una termica-temporalizzata: ironia della sorte!
A terra tutti disarmano di gran carriera, noi mettiamo a posto, io tornerò al sabbazzietto l’indomani, quindi non mi metto in mezzo a creare casino a chi si deve traversare il “Bel Paese”.
Fortunatamente non ci sono proteste da dirimere, la classifica arriva rapida, sulla base delle uniche due prove disputate al sabato, segue premiazione con coppe e gadget per i primi 5 equipaggi.
Peccato per il meteo crudele, consola l’aver rivisto tanti compari di merende che non vedevo da tempo, il gran numero di barche, finalmente anche “locali”, e l’atmosfera generale festosa e rilassata, per quanto concentrata in acqua, come è giusto che sia ad una regata snipe di livello.
Come partecipante mi sento in dovere di un solo appunto all’organizzazione, se lo vogliamo proprio considerare tale: vista la temperatura rigida in riva al lago dopo il tramonto, sarebbe stato perfetto se ci fosse stata qualche stufa-a-fungo fuori dal ristorante, giusto per potere mangiare un piatto di qualcosa comodi e rimanere a fare 4 chiacchiere con i soliti snipisti-nottambuli, visti quanti eravamo il ristorante forse era un po’ risicatello!
Per il resto 1000 grazie a quanti si sono fatti carico dell’organizzazione, speriamo di avere presto altre regate snipe importanti in IV Zona, dove ultimamente si stanno formando molti nuovi equipaggi, e fargli respirare l’aria di una “Nazionale” è sempre molto, molto costruttivo!
ivo
ITA30303


