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Preparazione atletica per lo Snipe
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La vela è uno sport dove sicuramente prevale l'aspetto tecnico. Passare molte ore in mare con il sedere sulla barca è l'allenamento migliore. Non bisogna sottovalutare tuttavia la preparazione fisica: la maggior parte dei regatanti dopo due prove con vento forte è letteralmente stremata.

L'ideale sarebbe poter migliorare tecnica e preparazione atletica con le sole uscite in barca, ma in mare le condizioni di vento forte, che mettono alla prova la forza e la resistenza fisica non capitano sempre. Inoltre, pur ammettendo che le condizioni siano quelle giuste, il tempo per recarsi al circolo (molti abitano lontano dal mare) e armare la barca è sproporzionato rispetto al tempo effettivamente passato sull’acqua ad allenarsi. Un allenamento in bici, una corsa a piedi, una seduta in palestra, invece, hanno tempi morti assai limitati e, oltretutto, ci consentono di allenare in maniera selettiva ed efficiente la forza, la resistenza e i distretti muscolari che più ci interessano. Qualche ora di allenamento fisico durante le giornate lavorative, alla sera o durante la pausa pranzo, ci distolgono da preoccupazioni, stress, depressioni e via dicendo e soprattutto ... ci fanno pensare al nostro amato beccaccino: non dimenticate, infatti, che il fine ultimo di tutto questo sudore è proprio lui.

Comunemente si è portati a ritenere che occorra moltissimo tempo prima che si possa ottenere qualche significativo risultato. “No ho tempo” è la diffusissima scusa. In realtà, una pianificazione del nostro tempo libero e i moderni metodi di allenamento ci consentono facilmente di ottenere tangibili risultati in relativamente poco tempo. Il vero segreto, poi, è imporsi una meta da raggiungere nel corso della stagione. Saremo così motivati a rispettare i programmi e a dedicarci con piacere a sedute di allenamento fisico che altrimenti ci potrebbero apparire noiose. La palestra e gli sport di resistenza, come la corsa, il nuoto o la bici, saranno un mezzo per migliorare i nostri piazzamenti nelle regate e ci consentiranno di allenarci ancor più intensamente in mare, ma anche, più semplicemente, ci consentiranno di divertirci in condizioni di vento e mare che prima odiavamo per la loro durezza. Generalmente saranno sufficienti dalle due alle quattro ore alla settimana.

E’ evidente che le esigenze e le possibilità dei singoli velisti sono differenti. L’età, l’essere o meno già in buona forma fisica, da un lato, e il tempo libero a disposizione, dall’altro, comportano una diversa impostazione delle sedute di allenamento. Per questo le indicazioni, che qui di seguito forniremo,vogliono essere solo indicazioni di massima: sarà buona regola rivolgersi, per le indicazioni più specifiche, ad un esperto e, nei casi di età avanzata, sovrappeso o altri problemi fisici, ad un medico. Per tutti, comunque, è consigliabile effettuare preliminarmente una visita medica.


Quale allenamento?

Qualsiasi disciplina sportiva richiede una combinazione di diverse componenti, che sono sinteticamente la resistenza, la forza, la flessibilità, la velocità, la destrezza. Nella vela il mix tra le diverse componenti cambia: è evidente che un grinder di un Classe Coppa America svolge un lavoro differente rispetto ad un prodiere di 470 o a uno snipista.

Analizziamo le singole componenti:

Resistenza: è la capacità del corpo di svolgere un lavoro fisico per un tempo prolungato e di resistere alla fatica. Viene distinta in quattro tipi: resistenza aerobica, potenza aerobica, tolleranza lattacida, potenza anaerobica. Fondamentali, nel caso dello Snipe, sono i primi due tipi. La resistenza può essere sviluppata ad un livello accettabile dopo circa 2 mesi di allenamento costante, praticando attività che privilegiano la durata piuttosto che l’intensità dello sforzo atletico, quali la corsa, il ciclismo, il nuoto, lo sci di fondo, l’aerobica.

Forza: capacità di vincere o di opporsi, grazie all’attività muscolare, a significative resistenze esterne. Viene distinta in forza statica (o isometrica) e forza dinamica. Si sviluppa attraverso l’allenamento con i pesi. Può riguardare il corpo in generale o parti specifiche, come le braccia. L’allenamento può avere come obiettivo il miglioramento della forza massima (poche ripetizioni con carichi elevati), il miglioramento della forza resistente (numerose ripetizioni con sovraccarichi più modesti e variabili in funzione del numero delle ripetizioni) oppure il miglioramento della forza esplosiva (esercitazioni di tipo dinamico che privilegiano la velocità nell’esecuzione). Per quanto ci riguarda deve essere essenzialmente sviluppata la forza resistente e deve essere simulato il lavoro isometrico attuato nella posizione alle cinghie (hiking) nonché, in particolare per il timoniere, il lavoro muscolare isometrico di opposizione alla forza trasmessa dalla scotta della randa e, in misura minore, il lavoro dinamico di pompaggio (per quanto consentito, è chiaro) della scotta medesima.

Velocità: capacità di compiere una serie di gesti motori efficaci e finalizzati nel minor tempo possibile. Dipende da diversi fattori che possono essere allenati specificamente: capacità anaerobica alattacida (ripetizioni molto brevi alla massima intensità con tempi di recupero assai limitati); velocità di reazione neuromuscolare; forza dinamica od esplosiva). Per lo Snipe non è essenziale.

Flessibilità: consiste nella mobilità articolare. Si incrementa attraverso lo stretching, che deve essere parte di ogni sessione di allenamento. Consente di diminuire il rischio di infortuni muscolari, sempre possibili in uno sport dove si opera spesso al bagnato, al freddo e dove è richiesto uno sforzo muscolare intenso senza un adeguato riscaldamento (si pensi alla partenza di una regata con vento forte dopo che si è rimasti per molto tempo seduti senza fare nessuna attività fisica di rilievo).

Destrezza: coordinazione ed equilibrio sono estremamente importanti nella vela. Possono essere allenate con esercizi particolari.


     

     


    Perché l’allenamento sia efficace si tenga presente che:

    1 L’aumento dei carichi deve essere progressivo e graduale, per consentire che l’organismo si adatti agli stimoli ricevuti;

    2 Evitare interruzioni prolungate per non perdere gli adattamenti raggiunti;

    3 Alternare periodi di carico e periodi di recupero attivo e di diminuzione del lavoro (evitare di allenarsi quando ci si sente già stanchi); ciò consente all’organismo di trovare un nuovo equilibrio organico ad un livello di efficienza superiore (supercompensazione).

    Allenamento attraverso la pratica di uno Sport di resistenza (corsa, ciclismo, nuoto, sci di fondo, aerobica, spinning):

    Nelle derive dotate di cinghie si verifica un incremento del consumo di ossigeno (VO2) e della frequenza cardiaca (FC), all’aumentare del vento, cioè all’aumentare dello sforzo isometrico di contrazione dei muscoli addominali e del quadricipite (hiking). Normalmente, anche con vento forte, in un’atleta allenato la FC è ben lontana dalla soglia anaerobica, pur avvicinandosi alla stessa in qualche caso (nei momenti clou della regata, cioè dopo la partenza, e durante un arrivo tirato). Si verifica un sensibile aumento della FC, specialmente nel timoniere, durante i laschi con vento forte.

    Considerato che per il nostro caso dovranno essere allenate essenzialmente la resistenza e la potenza aerobica, importante sarà stabilire l’intensità dell’allenamento da effettuare, intensità che è data dalla zona di FC entro la quale si opererà. Preliminarmente sarà quindi necessario individuare alcuni punti di riferimento strettamente personali, unici per ogni individuo. Primo punto di riferimento sarà la frequenza cardiaca massima, che potrà essere calcolata, o con appositi test, o in modo più semplice , anche se impreciso, attraverso la nota formula FC max = 220 – età. Per le nostre necessità essa è più che sufficiente. Il secondo punto di riferimento sarà costituito dalla FC di soglia, cioè la frequenza cardiaca oltre la quale il nostro organismo produce acido lattico in misura superiore a quanto ne riesca a smaltire. Anche la FC di soglia può essere individuata con appositi test, noi ci accontenteremo di calcolarla semplicisticamente all’85% della FC max.

    La FC di soglia costituisce il punto di partenza per effettuare un allenamento efficace. Infatti per allenare la nostra resistenza aerobica sarà necessario praticare sport di resistenza mantenendo una frequenza cardiaca entro il 75% e l’80% della FC di soglia (ad es. FC di soglia 170; non superare i 120 – 130 bpm). La durata delle uscite varia da sport a sport (ad es. più breve per la corsa a piedi, più lunga per il ciclismo) e può essere incrementata gradualmente. Questo tipo di allenamento (cd. fondo lento), sviluppando la resistenza aerobica, favorisce il dimagrimento, il miglioramento delle capacità circolatorie e la capacità dei nostri muscoli di utilizzare gli acidi grassi come substrato energetico per la produzione di energia. Si noti che l’allenamento a queste intensità di FC costituisce la base di una sorta di piramide su cui poi poggiano eventualmente livelli via via più intensi di allenamento. La base della piramide rappresenta il lavoro di quantità a basse frequenze cardiache; i livelli superiori rappresentano invece i lavori a frequenze più alte, più brevi di durata e meno frequenti.

    Infatti dopo circa un mese (con almeno una seduta a settimana alternata alla palestra), si potrà lavorare ad intensità di FC più elevata, alternando comunque allenamenti più blandi. Con sedute di durata leggermente inferiore e di intensità tra l’85% e il 90% della FC di soglia (c.d. fondo medio) si migliorerà la potenza aerobica e, probabilmente, miglioreranno i valori di soglia, cioè, in definitiva la propria prestazione.

    Soltanto dopo aver costruito una buona base per la nostra piramide, dopo alcuni mesi, potremo svolgere allenamenti anche alla soglia. Essi preferibilmente consisteranno in un periodo di riscaldamento alle intensità del fondo lento, e da un periodo complessivo al massimo di mezz’ora di interval training, formato da periodi, ripetuti più volte, di 2’ con FC prossime alla soglia e 3’ di esercizio a bassa frequenza per favorire il recupero. Questo tipo di lavoro migliora la capacità di utilizzo dell’ossigeno (potenza aerobica), i valori di soglia e la capacità di recupero in tempi brevi. L’interval training deve essere svolto con molta attenzione, senza eccedere, e solo se ci si sente freschi e riposati.

    Allenamento in palestra

    L'allenamento in palestra può essere organizzato in due sedute settimanali.

    Ecco le tabelle: 


Download file: palestra.doc palestra.doc
Stiamo acquisendo le candidature per le località che ospiteranno le nostre regate nazionali per la stagione 2013. Scrivere al Segretario nazionale 2012-2013 peloja@katamail.com
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