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Data pubblicazione: 29/11/2006
Iniziamo a pubblicare una serie di articoli del Giudice di Regata Fabio Barrasso appositamente scritti per la nostra Classe.
Molti di voi hanno conosciuto Barrasso ed hanno potuto apprezzarne il lavoro. Per il prossimo anno speriamo di averlo "nostro ospite" alle principali regate della Classe.
A partire da questo articolo, che funge da "prefazione", cercheremo di istituzionalizzare un appuntamento che, ci auguriamo, diventerà periodico, attingendo le sue argomentazioni da quello che accade nei vari eventi via via che si svolgeranno e da desideri di chiarimenti dei singoli concorrenti.
“Perché non scrivi due righe sul regolamento, potrebbe essere interessante per i nostri lettori della Classe Snipe e non solo!”
Questa è la proposta che mi sono sentito rivolgere dal vostro sempre attivo segretario della Classe Snipe, Alessandro Rodati.
Pensando a quanta tolleranza vedo durante le regate Snipe da parte di concorrenti che accettano di buon grado di “cedere acqua” pur avendo sacrosanto diritto di rotta, francamente mi è suonato un po’ inopportuno, però, a pensarci bene anche per una Classe “pacifista” come la Snipe, in merito alle Regole, qualcosa non guasta dirlo.
Non è mia intenzione scrivere trattati sui regolamenti, che già sono scritti, ma, sarebbe opportuno che ogni concorrente prima di scendere in acqua si premurasse di conoscere ogni “Regola” che governerà la Regata e attenzione che la parola “Regola” è un termine tanto piccolo quanto esteso, perché è una delle “definizioni del Regolamento di Regata ISAF”.
Le Regole, le tanto ostiche e complicate regole, alzi la mano chi gioisce al solo pensiero, sono un “male” necessario con uno scopo primario: evitare lesioni fisiche e danni materiali disciplinando la navigazione in regata.
Per fare un parallelo immaginiamo cosa sarebbe la circolazione stradale senza codice della strada e a cosa porterebbe (oltre a quello che già succede malgrado tutto!).
Ecco perché in regata bisognerebbe avere ben chiare le regole, perché infrangerle consapevolmente è male ma molto peggio è esserne all’oscuro e rappresentare un pericolo per se stessi e gli altri, essere un’incognita per gli altri concorrenti che fino all’ultimo restano in dubbio riguardo a cosa farà l’avversario e si trovano costretti a evitare collisioni all’ultimo istante restando “bruciati” nella loro tattica di regata a causa dell’infrazione del “kamikaze” di turno.
Dicevo delle Regole, di prenderne conoscenza e per alcune di esse come il Regolamento di Regata e le Regole di Classe bisogna prepararsi per tempo, ben prima della mattina delle Regate, recandosi presso le sezioni zonali della FIV dove si può acquistare il Regolamento di Regata ISAF in vigore (ogni quadriennio olimpico cambia, pertanto dopo ogni Olimpiade prestate attenzione perché starà per essere pubblicato quello che sostituirà il precedente!) e rivolgendosi alla Segreteria di Classe per la copia delle Regole di Classe (oppure, più rapidamente, tramite internet, dove si trovano anche gli eventuali aggiornamenti che si sono resi necessari).
Rimangono Bando, Istruzioni di Regata e Comunicati all’Albo Ufficiale, esattamente nell’ordine temporale in cui sono scritti, pertanto prima di arrivare al Circolo Organizzatore il Bando ci darà informazioni che non varieranno e altre che potrebbero essere modificate da IdR e Comunicati e se stabilito potrebbe svolgersi un briefing al quale conviene partecipare (almeno uno dell’equipaggio) arrivando in orario per consentirne il regolare e rapido svolgimento.
Personalmente sono un fautore e reputo molto conveniente anche il debriefing alla conclusione delle regate di giornata per un chiarimento a botta calda riguardo ai fatti accaduti in acqua e non solo tra le barche, ma anche con l’Organizzazione della Regata in generale, ma di solito la stanchezza e il lavoro delle proteste rende la cosa non sempre fattibile.
Parlavo inizialmente degli incidenti tra le barche (per incidenti s’intendono tutti fatti che hanno comportato infrazioni alle Regole!) e a questo riguardo una raccomandazione valida per entrambe le parti, chi ha ragione (o pensa di averla!) non cerchi il contatto con l’altra barca per poter dare peso alla sua versione, più consono è richiamare l’attenzione di altri concorrenti nei pressi per poterli citare a eventuali testimoni in protesta, mentre chi è dalla parte del torto non deve appellarsi al buon cuore degli avversari, ma comportarsi come il nostro principio di base del comportamento sportivo impone.
Quindi quando un concorrente ha violato una regola egli eseguirà prontamente una penalità, che può essere il ritirarsi e per prontamente s’intende non quando gli è comodo ma, allontanandosi dalle altre barche senza più pensare alla regata, al più presto possibile dopo l’incidente diversamente la penalità eseguita non sarà valida e in un’eventuale protesta sarà probabile la squalifica.
Le Regate si disputano in acqua e a terra, i risultati sono importanti ma la sportività deve prevalere su tutto.
Buon vento.
Fabio Barrasso


