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[ Barche ed attrezzature ] Un nuovo modello di Snipe

Data pubblicazione: Dom, 01 Aprile 2007

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Le prime prove, molto interessanti, hanno evidenziato una spiccata attitudine alla planata in condizioni “marginali”. In anteprima vediamo di cosa si tratta.
Un noto cantiere di Snipe sta sperimentando un nuovo modello molto innovativo e, sembra, estremamente veloce.
E’ noto che prima di poter planare le imbarcazioni leggere manifestano un comportamento molto simile ad uno yacht a dislocamento.
Ogni onda, sia essa creata dal vento, sia essa generata dalla spinta dell’imbarcazione, possiede una velocità strettamente legata alla propria lunghezza. La formula è nota: la velocità di traslazione di un’onda in m/sec. è uguale a 1,25 per la radice quadrata della lunghezza.
Un’imbarcazione produce le prima cresta vicino alla prua e la seconda quasi sempre vicino a poppa. Uno yacht non può (normalmente) generare un’onda la cui lunghezza massima sia superiore alla lunghezza al galleggiamento. In altri termini non può navigare ad una velocità superiore alla velocità naturale della sua onda massima.
Quando un’imbarcazione ha un peso molto ridotto e forme atte alla planata necessità di una spinta un poco maggiore per superare questo stato critico e sfuggire quindi alla sua onda lasciandola indietro.
Quali sono le caratteristiche di uno scafo per facilitare l’inizio di una planata?
Ovviamente il peso che deve essere il più ridotto possibile.
Poi la forma. Uno scafo dislocante che naviga frenato nel suo sistema ondoso deve permettere all’onda poppiera un’uscita dolce. Viceversa uno scafo planante deve evitare tale uscita dolce, perché l’onda non si deve formare nella sua poppa, ma deve trovarsi ben lontana da essa.
Il fondo di uno scafo planante non deve avere una curvatura troppo pronunciata. Lo scafo ideale dovrebbe avere un fondo piatto, diritto o persino leggermente concavo.
Fatte queste necessarie (forse fin troppo esemplificative e semplicistiche) premesse, vi chiederete cosa c’entra tutto questo con una classe con un rigido regolamento di stazza come la Classe Snipe.
Il concetto è molto semplice. Le barche vengono misurate e stazzate a terra e non in acqua. Cosa succede se una barca rientra nelle misure a terra, ma in acqua assume una forma diversa? E’ sempre in stazza.
E allora? La grossa innovazione o trovata consiste proprio nel creare uno scafo che si modifica nella sua forma solo in navigazione.
Non è fantavela. Le linee d’acqua a poppa, che a terra hanno una forma del tutto simile a quella del vostro (tradizionale) Snipe, in navigazione, per la pressione dell’acqua, si modificano, assumendo un andamento leggermente concavo.
Lo scafo, in altri termini, a partire da poppavia della scassa di deriva cede di poco meno di un centimetro fino ad assumere la forma, ritenuta dai tecnici del cantiere, più adatta ad agevolare la planata.
Come ciò avvenga non è dato sapere. L’ipotesi più probabile è che la struttura interna (che da rigidità allo scafo nel suo complesso) sia fissa e rigida, mentre sia, per così dire, la pelle esterna a cedere, fino ad adagiarsi alla struttura. In tal modo la forma dello scafo è sempre controllata ed è scongiurato il rischio di cedimenti eccessivi.
Questa la teoria. La pratica ci dice che dai test effettuati da Pablo Defazio, il Campione in carica del Western and Orient Hemisphere, il prototipo è stato di gran lunga superiore in condizioni marginali di planata, più facile da condurre in condizioni di planata costante e di velocità uguale in condizioni di vento leggero.
Dopo i test con modelli in vasca navale ed in mare, è’ probabile che questo nuovo modello verrà utilizzato da un paio di equipaggi al Mondiale di settembre, mentre bisognerà attendere il prossimo anno per la commercializzazione al pubblico.