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Data pubblicazione: 29/12/2006
Jacopo Ferrari Bravo prosegue il suo tour in Australia. Adesso è in Tasmania.
Pubblichiamo alcuni stralci del diario australiano di Jacopo Ferrari Bravo.
Jacopo si trova in Australia, quale allenatore del laserista sloveno Vasilij Zbogar (già Campione europeo e medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene).
E' un diario che non riguarda regate di Snipe, ma, visto che è scritto da uno snipista, un certo collegamento con questo sito c'è ...
Comunque, secondo me, è molto interessante, anche se, per esprimere giudizi, sono un po' di parte ...
DIARIO
25 Dicembre
Natale 2006!! Da Sydney! Si fatica a credere che sia Natale perché, sebbene i negozi siano chiusi e si percepisca che sia una giornata dove non si lavora, comunque non si respira quell’aria di festa che c’è da noi. Forse da noi è un po’ esagerata e condizionata dall’esser divenuta molto commerciale, in ogni caso, è certamente molto più sentita che qui.
Oggi comunque, Natale o no, sveglia ore 06:30 e via al parco (quello in riva al mare, vicino all’Opera House, di cui ho già detto, che è a 100 m da dove siamo noi...), lì serie di rampe di scalini ( alla fine non capivo dove ero...); si tratta di concentrare un po’ di attenzione agli “sprint”, simulando i primi cento-cento cinquanta metri dopo la partenza, dove Vasco non si sente sicuro e in cui l’adrenalina è molto alta e i battiti pure. Sto cercando di fare la preparazione fisica insieme a Vasco perché gli sia meno pesante psicologicamente, ma credo che la mia vecchia carcassa dovrà darsi una calmata perché non son più un ragazzino ... Dopo un’altra sessione di addominali, finalmente doccia e possibilità di scrivere via mail, poiché finalmente ci è arrivato il modem a casa e quindi non è più necessario cercare un internet point.
Maja ha in mano la gestione della casa, poiché Vasco ed io siamo un vero disastro; gli armadi non li usiamo molto e ci sono attrezzi per la ginnastica dappertutto, abbigliamento sportivo usato (... e quanto!) che infesta l’aria e altre piacevolezze del genere.
Sto ascoltando una raccolta di Frank Sinatra (doppio cd inviatomi da Amra) che mi piace da morire e che si adatta (secondo me a questa atmosfera natalizia..). Vado a farmi la meritata doccia. A dopo.
Ho finito oggi di leggere “Qualsiasi oceano va bene” di Alex Carozzo. Mi è piaciuto molto e mi ha fatto pensare a quanto siano cambiate le prestazioni delle barche in questi anni; l’impresa di Carozzo si riferisce alla metà degli anni ’60. Carozzo mi piace molto (sebbene uno debba essere un po’ picchiatello per farsi venire in mente un ‘idea come quella di costruirsi una barca all’interno di una stiva di una nave!!...) e il libro - che in realtà è un diario - l’ho trovato avvincente, come se fosse scritto ieri se non, per l’appunto, per le medie di velocità che teneva la sua barca che, con gli occhi di adesso, sembrano di una lentezza esasperante. Mi è piaciuta molto la sua determinazione nella costruzione della barca , che, se si considera essere fatta durante i turni di riposo delle sue navigazioni nel mercantile, fa pensare a quanto fosse determinato; forse , senza rendersene conto, già allora pensava di compiere quell’impresa ... Anche la sua ricerca interiore sull’ansia e su certe sensazioni che provava sono interessanti. Lo consiglio. Inoltre sono stato molto contento di trovare citato Capuis, marinaio veneziano con il quale navigava mio padre.
Oggi (Natale) abbiamo preso parte del pomeriggio libero e siamo andati un po’ in giro. Siamo stati allo Tangaroua Zoo di Sydney, visita che è stato molto interessante (io vado matto per i koala, amo la loro lentezza, la loro bonarietà, sembra che prendano tutto con gran relax e il fatto che passano gran parte della loro vita a dormire ... hanno capito tutto!
Dopo lo zoo siamo stati con uno di quegli aeroplani che atterrano sull’acqua e abbiamo fatto un giro di una mezz’ora sopra Sydney con un tempo stupendo. E’ stato bellissimo perché Sydney è veramente particolarissima per come è disposta essendoci un’infinità di baie e diramazioni all’interno della baia principale. Quell’istmo di terra (è una penisola in reatà..), che si protrae nella parte nord sopra Mainley, che da una parte ha l’oceano e dal’altra il mare interno della baia, devo dire che colpisce veramente.Quante case bellissime sull’oceano!
Domani siamo in partenza per Melbourne da dove ci imbarchiamo per Davenport in Tasmania. Vorremmo, se riusciremo, vedere la partenza della Sydney-Hobart che parte domani all’una. Forse potremmo anche vedere l’arrivo in teoria!!
Abbiamo lavorato alcune ore nel tentativo forse vano di riparare le perdite dai salsicciotti del gommone,vedremo domani se il lavoro fatto sarà sufficiente...
La prima delle tre tappe di questo Australian Tour (Sydney-Hobart-Melbourne...) sta dunque volgendo al termine. Non credo che potesse andare meglio (solo forse quel punto di troppo lasciato nella regata che non ha permesso a Vasco di portare a casa il primo posto..) ma siamo molto contenti.
28 Dicembre
Eccoci qui a Hobart! Dopo aver visto la partenza dal vivo della Sydney-Hobart (che pazzia con il nostro gommoncino - un canotto col motore ... - siamo andati nel mezzo della bolgia!!!!!). Spettacolare! Credo che abbiamo fatto anche delle belle riprese video. Sta sera le vedremo.
Poi Maya ed io abbiamo caricato il gommone sullo Ute, mentre Vasco sfruttava il buon vento per fare un’ultima uscita nella baia di Sydney. Poi via alla volta di Melbourne. Ci abbiamo impiegato 13 ore, un paio in più del previsto a causa del carrello. Ci ha abbandonato un paio di centinaia di chilometri dopo Canberra (una ruota,irriparabile...). Abbiamo trasferito gommone e laser di Vasco sullo ute e in mezzo alla notte siamo ripartiti.
Arrivati a Melbourne alle 4 del mattino abbiamo atteso le 7 per imbarcarci sul traghetto (Spirit of Tasmania) e poi in cabina a dormire. Abbiamo visto dal traghetto lo stretto di Bass e abbiamo immaginato i problemi che potevano avere quelli della Sydney-Hobart!
Ah dimenticavo. Prima di partire sono andato a trovare l’equipaggio dell’unica barca italiana alla regata (uno Swan 45) che è timonato da Andrea Casale con alla tattica Pietro D’alì e navigatore Andrea Caracci (nel momento in cui scrivo sono terzi in classifica del loro raggruppamento e sono attesi già domani qui a Hobart..). Li attendiamo con ansia qui a Hobart per festeggiarli (l’ansia è doverosa poiché ci sono stati tanti disalberamenti e ritiri e uno yacht di legno è affondato;notizie più precise ve le fornirò in seguito..).
Arrivati in quel di Davenport con il traghetto abbiamo attraversato (Davenport è sulla costa nord mentre Hobart è a sud) l’intera Tasmania che è veramente isolata e con una densità di popolazione ridottissima. A Hobart siamo alloggiati in un residence a circa 5 km dal club. Andiamoci piano chiamarlo club non si può: trattasi infatti del Royal Yacht Club of Tasmania ed è esattamente come lo ricordavo, essendoci stato non molti anni fa e cioè forse uno dei club più belli che ho visto. E’ molto curato, a tre piani (anche se la costruzione da fuori sembra molto bassa e disposta più in orizzontale che in verticale), con un bar e ristorante sulla vetrata a mare che da sul porticciolo del club; tutto di legno con una moquettes spessissima e morbida (io in genere non amo la moquettes ma questa è favolosa..). L’ingresso è dotato di segreteria e reception (per farvi capire la segreteria consiste in quattro stanze di un centinaio di metri quadri ...). E’ pieno di foto, albi d’oro, mezzi scafi, targhe ricordo e vi è un'atmosfera rilassante e piacevole che, credo, permetta di trascorrere delle ore piacevoli su quei tavoli a bersi qualcosa guardando il mare o leggendosi un libro nelle fredde giornate d’inverno. A proposito di “rilassant“ devo dire che si sente subito che questa è un’isola. Secondo me su un‘isola (a meno che non sia di dimensioni di un continente...) si può cogliere una sensazione di tranquillità, come dire una certa lentezza del trascorrere del tempo, una possibilità maggiore di badare a certi particolari che sulla terra ferma (e ancor più in Europa...) non è possibile fare. La gente è più solidale e, come dire, sa che prima o poi si rincontra; qui siamo veramente lontani,lontani da tutto.
Dopo questa mia inutile digressione torniamo a noi: Vasilij ha partecipato questo pomeriggio alla regata di prova e domani si comincia. Le barche saranno una novantina, ma i bigs sono pochi; direi che di temibili per Vasco potrebbero esserci i tre australiani (Blackburn,Slingby e più distanziato Beyer) e il canadese (Michael Leigh) che per me resta un mistero perché non riesco a capire come faccia uno così (mi sembra che abbia più o meno il mio fisico...) ad andare forte con vento...
Al “welcome cocktail” ho rivisto Ross Cubit e la sua famiglia. Avevo conosciuto bene il fratello Glenn con cui era nata una sorta di amicizia quando ero qui anni fa; lui e suo figlio mi avevano affittato la loro barca (un laser quasi nuovo) e mi avevano aiutato nel mettere a punto la logistica qui. Era un signore simpatico e molto gentile, un ingegnere (aerospaziale) ma sui generis. Ad ogni modo, mi telefonarono più volte quando tornai in Europa e mi scrissero spesso. Mi seguivano su internet durante le regate. Quando gli scrissi qualche settimana fa e non ricevetti risposta mi insospettii e scrissi al fratello (mr Ross che ho rivisto questa sera...) e rimasi molto male quando seppi che Glenn era scomparso (tre anni fa di cancro).
Oggi il vento era da sud e quindi freschetto ,non essendoci nulla a parte il mare tra qui e il polo Sud.
Qui può fare di tutto, dipende semplicemente dalla direzione di provenienza dei venti e delle perturbazioni (per fare un esempio 3 giorni prima di Natale c’erano 37 °C e a Natale ha nevicato!!!).
Oggi era freschetto sui 15 °C vento sui 16-18 knots.
Ho seguito Vasilij sul gommone e gli ho fatto provare un piccolo cambiamento tecnico che gli ho suggerito e mi sembrava meglio da vedere da fuori. La sua opinione era però diversa,gli sembrava che lo limitasse un po’ su certi movimimenti. Vedremo nei prossimi giorni. Invece ho trovato un particolare importante sui filmati che ho fatto a Blackburn e, discutendone con Vasco, abbiamo concordato che va assolutamente studiato.


