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Sospeso il certificato di Crash Uno, già Dadà472

Data pubblicazione: Mar, 01 Aprile 2008

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L’internal Controlling Committee, massima autorità in materia di stazze, ha sospeso il certificato dello Snipe che ha dominato le ultime sei stagioni.

Si tratta di Crash Uno (già Dadà472) ora di proprietà di Mattia Bigolli, che l'ha acquistato recentemente.

Il motivo della squalifica è che lo scafo è parzialmente costruito in Kevlar, materiale vietato dal Regolamento di Classe.

Sospeso, oltre che Mattia Bigolli, anche il precedente proprietario costruttore. L’Internal Controlling Committee ha poi stabilito che lo stesso Bigolli addivenga ad un accordo con il primo proprietario per le modifiche da apportare e la divisione delle spese.

Abbiamo chiesto un commento a Bigolli dell’accaduto. Queste le sue parole:

“L’anno scorso acquistai il Dadà472, barca velocissima, vincitrice di molte regate. Molti legittimamente entrano in una classe acquistando una barca usata “plurivittoriosa”, come si suol dire. Pensano così di avere un mezzo competitivo per iniziare, sperando di regatare subito ad armi pari con i migliori.

Alla fine di questa mia prima stagione, la barca, unica fra molte altre, è stata sottoposta ad un controllo di stazza ed è risultata non in regola. In sostanza si riscontrò che lo scafo era parzialmente costruito in Kevlar.

Quello che mi ha amareggiato è che il Comitato mi ha squalificato senza tenere conto della mia buona fede. Ho acquistato da chi aveva modificato la barca, ignorando che questa fosse costruita in kevlar. Sono vittima di una congiura di palazzo. Con me si è trovato il classico capro espiatorio. Mi hanno lasciato solo e io mi chiedo: ma, anche umanamente, me lo merito?”.

Prosegue il suo avvocato “Chi siamo noi allora per dire chi è Caino e chi è Abele? Chi è Vetro e chi è Resina, chi è Honey e chi è Comb, se è più duro il kevlar o il carbonio?

Non facciamoci ingannare dalle apparenze, non facciamoci ammaliare dal fascino delle fibre esotiche. Non capisco perché ci troviamo qui a giudicare per un normalissimo caso di aliud pro alio. In fondo cos’è un regolamento di classe in un Paese dove è tutto un magna magna.

Ve lo ricordate Patrick Depailler con la sua Tyrrell a sei ruote? Ve lo ricordate? Ecco dimenticatelo, perché ho sbagliato esempio.

E’ vero il mio cliente è proprietario di una barca che sembra più un Coppa America che uno Snipe, ma se oggi noi condanniamo quest’uomo che dobbiamo dire allora di questi che abbandonano i cani in autostrada, di questi che rubano i tappini dei laser, di questi che hanno svitato le inutili cinghie e che chiedono acqua quando sono mure a sinistra?

Per cui qual è la morale di questa storia? Non lo sappiamo e non lo sapremo mai, ma una cosa sappiamo: che non tutti i mali vengono per nuocere e questo fatto può servirci a riflettere su come una voce calunniosa può infangare la vita di un innocente.

Per cui sicuri di un suo verdetto favorevole, attendiamo sereni la riforma del giudizio”.