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Enrico Solerio parla di vela, Snipe e ... fuoco interiore
Data pubblicazione: 22/01/2010
Data pubblicazione: 22/01/2010
Un'interessante chiacchierata con il pluricampione italiano.
Per te che sei sempre stato ai vertici della Classe in Italia, cos'è cambiato rispetto a quando hai iniziato a regatare in Snipe?
Sono cambiati i volti dei protagonisti, ma la sostanza è sempre la stessa: una classe di persone che si divertono.
A parte alcune eccezioni (vedi Cattaneo o qualche altro), sei sempre tra i più giovani tra gli Snipisti in Italia. La classe numericamente in Italia si attesta su buoni numeri, ma l'età media non è "verdissima". Perché non si affacciano equipaggi nuovi e giovani? Quale dovrebbe essere il target della classe per avere un rinnovamento generazionale? Juniores, ventenni, trentenni, ex derivisti delle classi olimpiche, regatanti di barconi delusi?
Sono cambiati i volti dei protagonisti, ma la sostanza è sempre la stessa: una classe di persone che si divertono.
A parte alcune eccezioni (vedi Cattaneo o qualche altro), sei sempre tra i più giovani tra gli Snipisti in Italia. La classe numericamente in Italia si attesta su buoni numeri, ma l'età media non è "verdissima". Perché non si affacciano equipaggi nuovi e giovani? Quale dovrebbe essere il target della classe per avere un rinnovamento generazionale? Juniores, ventenni, trentenni, ex derivisti delle classi olimpiche, regatanti di barconi delusi?
La vela è un privilegio per romantici sognatori innamorati di una sensazione.
Come dice il mitico Luis (N.d.R Soubie, snipista argentino):” quando sei trentesimo alla terza bolina, con venticinque nodi, tutto bagnato e freddo, le gambe che ti fanno male e continui, quello stramaledetto lato di bolina, lo devi proprio amare”. E’ quello che hai dentro che viene fuori in quei momenti, è quello ciò che ami.
Il mondo oggi va in tutt’altra direzione.
Recentemente mi sono interessato alla classe RS-X, per passione e divertimento volevo acquistare la tavola olimpica per partecipare a qualche regata. Ho indagato un po’ la classe attraverso differenti canali, e ti riporto il commento di un grande winsurfista torinese (che vende windsurf per lavoro): “le regate come ai tempi dei primi windsurf, quando ogni domenica in Liguria si gareggiava da qualche parte con 40-50 partecipanti (Loano, Sanremo, Imperia, Diano Marina, etc…) oggi non esistono più. Non esiste un’attività zonale windsurf, non esiste nulla”. Credo che anche tu ricordi le tavole a vela degli anni ottanta, con moltitudini di surfisti in costume da bagno e le prime mute di neoprene. Lì c’era la ricerca di una sensazione, una magia.
Come dice il mitico Luis (N.d.R Soubie, snipista argentino):” quando sei trentesimo alla terza bolina, con venticinque nodi, tutto bagnato e freddo, le gambe che ti fanno male e continui, quello stramaledetto lato di bolina, lo devi proprio amare”. E’ quello che hai dentro che viene fuori in quei momenti, è quello ciò che ami.
Il mondo oggi va in tutt’altra direzione.
Recentemente mi sono interessato alla classe RS-X, per passione e divertimento volevo acquistare la tavola olimpica per partecipare a qualche regata. Ho indagato un po’ la classe attraverso differenti canali, e ti riporto il commento di un grande winsurfista torinese (che vende windsurf per lavoro): “le regate come ai tempi dei primi windsurf, quando ogni domenica in Liguria si gareggiava da qualche parte con 40-50 partecipanti (Loano, Sanremo, Imperia, Diano Marina, etc…) oggi non esistono più. Non esiste un’attività zonale windsurf, non esiste nulla”. Credo che anche tu ricordi le tavole a vela degli anni ottanta, con moltitudini di surfisti in costume da bagno e le prime mute di neoprene. Lì c’era la ricerca di una sensazione, una magia.
Quello spirito di un tempo, oggi non esiste più, non solo nel windsurf, ma anche nella vela delle derive (olimpiche e non). Nei laser resiste qualche “anziano” nostalgico che partecipa alle zonali, e conferma quanto ti dico.
Oggi la vela è piuttosto una fuga (vedi il movimento windsurf attuale – per fare un paragone con quanto detto prima- pieno di ossessioni per cercare la tavola giusta, la vela giusta, il posto giusto… e alla fine il divertimento crolla), o a volte una moda.
La crisi è generale, anzi, lo Snipe è una delle poche grandi realtà che escono dagli schemi attuali, perché è popolato da persone fuori dagli schemi, e in questo senso l’età anagrafica perde ogni significato.
Se dovessi convincere uno juniores o un "giovane" diciamo sotto i trent'anni a scegliere lo Snipe, che cosa gli diresti?
Vai a giocare a calcio, spaccati i piedi e le ginocchia, rompiti la testa. Quando avrai un po’ di tempo libero vieni con me in barca.
Se dovessi convincere uno juniores o un "giovane" diciamo sotto i trent'anni a scegliere lo Snipe, che cosa gli diresti?
Vai a giocare a calcio, spaccati i piedi e le ginocchia, rompiti la testa. Quando avrai un po’ di tempo libero vieni con me in barca.
E’ una scintilla che deve scoccare.
Il livello qualitativo dello Snipe italico rispetto al resto del mondo. Perché facciamo fatica ad emergere? Gli altri sono più preparati, si allenano di più, hanno un passato di classi olimpiche ad alto livello? Cosa suggeriresti alla Classe per migliorare qualitativamente?
Io credo nei singoli, e nella passione per la vela e le regate. Recentemente ho scattato una foto (qui sotto) a Sanremo: optimist che si allenano dopo il tramonto (era il 20 di dicembre e, anche se Sanremo, freddino).
Il livello qualitativo dello Snipe italico rispetto al resto del mondo. Perché facciamo fatica ad emergere? Gli altri sono più preparati, si allenano di più, hanno un passato di classi olimpiche ad alto livello? Cosa suggeriresti alla Classe per migliorare qualitativamente?
Io credo nei singoli, e nella passione per la vela e le regate. Recentemente ho scattato una foto (qui sotto) a Sanremo: optimist che si allenano dopo il tramonto (era il 20 di dicembre e, anche se Sanremo, freddino).
Quello che vedi è esattamente ciò che intendo e sento nella vela. Mi ha fatto piacere leggere da Paolino che per lui fare la prua a Miami è stato un fatto di divertimento e condivisione, perché quello che sto cercando di fare è proprio condividere la passione attraverso uscite ed allenamenti (le uscite ad Arco sono già un mito per questo – alberi rotti compresi).
Questa per me è la strada: dare sfogo alla passione tutti insieme per far crescere dentro di noi il fuoco. E’ solo quello che ti può spingere ad allenarti fin oltre il tramonto, a continuare a sforzarti per migliorare, e ad avere gli “occhi della tigre” quando regati (hai visto gli occhi di Bethlem nella foto - foto qui sotto - che hai pubblicato recentemente sul sito? Sta dissolvendo le onde davanti alla sua prua con lo sguardo!).
Il resto conta molto poco: vele, barche, alberi, tecnica. Lì siamo tutti alla pari. Xandi (Paradeda) dice:”Misma mierda” quando si riferisce ai materiali.
È L’UMANO, È IL FUOCO INTERIORE CHE TI FA PREVALERE.
È L’UMANO, È IL FUOCO INTERIORE CHE TI FA PREVALERE.


